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Marcello Meroi
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-Il dibattito aperto sulla stampa da Mauro Rotelli sui programmi integrati di intervento appare un utile strumento per tentare di approfondire una materia certamente meno complessa da un punto di vista tecnico urbanistico che politico amministrativo.
Dice bene Maurizio Tofani in un intervento che mi sento di sottoscrivere in toto e che coglie il centro del problema: i programmi integrati di intervento non debbono essere analizzati solo sotto il mero aspetto formale e cioè sulla loro corrispondenza alle procedure, alle caratteristiche richieste dalla norma, agli strumenti vigenti.
O meglio tutto ciò non basta, non essendo queste le motivazioni che ne rappresentano la “filosofia”.
Il programma integrato ha un senso e quindi è “meritevole di attenzione” quando l'interesse del privato a veder realizzata la sua proposta è condizionato ad un ulteriore interesse, maggiore perche pubblico, della Amministrazione ad ottenere in concambio un vantaggio derivante dalla sua approvazione.
Vantaggio che si deve concretizzare non solo sotto l'aspetto economico, ma attraverso la costruzione di un'opera pubblica (una strada, una scuola, un impianto sportivo, un parco attrezzato) che migliori oggettivamente la vivibilità del quartiere o della zona interessata all'intervento.
Ecco allora che la discriminante appare chiara. Non solo valutazione sulla “correttezza” formale della proposta, ma soprattutto sull'importanza che essa possa rivestire sotto l'aspetto pubblico.
E' ovvio che se questo è lo spirito degli strumenti in discussione, la scelta sulla loro approvazione deve divenire momento di grande riflessione ed attenta valutazione.
E, come logico, oggetto di un'analisi “politica” intesa nel suo significato più ampio, i cui confini non possono essere soltanto quelli di una scelta territorialmente limitata.
Per questo l'Amministrazioine ha voluto valutare i programmi integrati di intervento con grande attenzione. Per questo vuole analizzarli, attraverso i suoi organi competenti, prima nella loro specificità per poi poter calcolare l'impatto complessivo che potrebbero avere sull'intera città. Per questo si è dichiarata indisponibile a che altri soggetti, sia pure legittimati a farlo, possano sostituirsi in un giudizio che è proprio del Consiglio Comunale.
Ci è sembrato, questo, un modo di procedere serio, corretto, di buon senso, che credo sia stato apprezzato da tutti i gruppi consiliari. E trovo assai positivo che la stampa locale raccolga oggi interventi attenti e propositivi di molti qualificati esponenti dell'Amministrazione.
In tempi brevi daremo il via anche alle procedure per far ripartire il PRG. E' infatti questo il vero strumento di programmazione urbanistica che dovrà disegnare il futuro di Viterbo, anche in considerazione della sua scelta aeroportuale.
Ma oggi mi sembra di poter cogliere segnali positivi per poter affrontare, tutti insieme ed in un confronto sereno e qualitativamente elevato, anche le scelte su altri strumenti che possano dare risposte positive a situazioni che necessitano di essere affrontate e risolte.
Avendo il coraggio e la voglia di dare risposte ai privati, ma tenendo sempre ben fermo il preminente interesse pubblico.
Marcello Meroi
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