 |
Marcello Meroi
Copyright Tusciaweb
|
|
|
- Non so se la dichiarazione che Matteo Salvini, parlamentare europeo e capogruppo del Carroccio al Comune di Milano, ha fatto, vada interpretata così come la Lega afferma e cioè in un contesto più ampio e quindi privo di qualsiasi fondo razzista, risultando l'interpretazione data dai mass media una forzatura del pensiero espresso in quella sede.
Certo è che se il significato fosse quello apparso sulla stampa, più che di provocazione si tratterebbe di una idiozia bella e buona.
Non si tratta qui di scomodare principi costituzionali o valori di riferimento comuni alla nazione, ma semplicemente di usare cervello e buon senso.
Si continuerà quindi a lungo a commentare quella frase ed a dibattere su altre che qualche leghista ci propinerà nel futuro, ma è necessario interrogarci seriamente sul problema dell'immigrazione e sugli strumenti idonei da usare per gestire un fenomeno di portata mondiale.
La prima riflessione da fare è che nessuno può ragionevolmente sostenere alcun blocco delle frontiere per tutti quei soggetti, pochi o tanti che siano, che vogliano liberamente muoversi all'interno del pianeta con scopi e motivi del tutto leciti: studio, lavoro, turismo, svago.
E' altresì del tutto logico che l'immigrazione, se non legittimata da scopi sostenibili, ma al contrario scelta quale deliberato motivo di illegale ingresso in paesi stranieri, vada certamente regolamentata.
Non esiste cittadino che non viva oggi con grande preoccupazione il problema della sicurezza internazionale, interna, della propria città, della famiglia, dei propri beni, in questi ultimi anni messa a repentaglio da una crescente commissione di reati gravissimi contro la persona ed il patrimonio, per larga percentuale addebitabili ad extracomunitari illegalmente presenti in Italia.
Inutile ricordare ancora una volta che su questo tema il PdL ha vinto le politiche e Gianni Alemanno conquistato il Comune di Roma.
La gente sostiene convintamente princìpi di solidarietà, ma è altrettanto attenta alla tutela della propria integrità fisica ed economica. Due fondamenti di civiltà certo non alternativi, ma del tutto compenetrabili.
Non è quindi un problema l'immigrazione. Lo è quella clandestina, troppo spesso alimentata da interessi criminali, finanziata da centrali internazionali che gestiscono organizzazioni malavitose che stritolano nella loro morsa proprio i soggetti più umili, bisognosi e disperati.
Trovo quindi demagogica ed assolutamente illogica la tesi di chi sostiene la incostituzionalità del provvedimento assunto dal ministro Maroni sul “respingimento” dei clandestini, prima che essi giungano in Italia.
Non solo la “bieca e repressiva” destra, ma anche democratici “veri” come Piero Fassino, hanno correttamente ed onestamente spiegato che tale norma mira proprio ad arginare il traffico dei clandestini da parte di centri dediti alla gestione internazionale della droga, della prostituzione, della tratta di uomini in schiavitù.
Che qualcuno reputi necessario che il nostro Paese debba non solo intervenire per salvare vite umane in acque dove altri Stati hanno giurisdizione (e questo il Governo lo ha fatto già due volte in un mese), ma che addirittura debba esercitare un ruolo internazionale di accoglienza per tutti coloro che sono respinti dalle altre nazioni del bacino del Mediterraneo, mi sembra non solo estraneo ai nostri compiti istituzionali, ma assolutamente fuori dalla realtà.
Così come palesemente falso e strumentale è il sostenere da parte della Sinistra, la posizione assunta ovviamente dalla Chiesa su tale circostanza. Quando infatti il Vaticano difende la vita, è contro l'aborto e l'eutanasia, allora per loro compie una inaccettabile ingerenza nelle scelte di uno Stato laico; quando invece critica le scelte del Governo, indipendentemente da quello che sostenga, allora esprime “princìpi di altissimo valore umano e sociale”.
Anche il richiamo al diritto internazionale ed al trattato di Ginevra che regola l'asilo politico, è certo momento di necessaria tutela di tanti uomini e donne in fuga dalle loro terre per motivi legittimi, ma non può rappresentare un principio estensibile automaticameente a tutti i casi di richiesta di ingresso.
Così come vanno invece difesi tutti quegli stranieri che, lavorando in Italia e quindi in posssesso di regolare permesso di soggiorno, non debbono invece vedersi rimpatriati per perdita, anche temporanea, della propria occupazione.
La solidarietà, l'integrazione, la realtà di un pianeta globalizzato, sono fenomeni troppo importanti e troppo seri per essere oggetto di valutazioni intrise di falso solidarismo, di peloso buonismo, di attenzione demagogica e di scarso realismo.
Difendere i deboli ed i disperati è principio non solo cristiano, ma costituzionale nonché dovere di ogni essere umano.
L'importante è farlo bene, con serietà e raziocinio, con grande attenzione ai problemi delle comunità migranti, ma anche di quelle nazionali, salvaguardandone sicurezza, storia, tradizione, identità.
Marcello Meroi
|