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Il parco dell'Arcionello - Il corsivo di Meroi
Una riserva adatta solo a Indiana Jones?
di Marcello Meroi
Viterbo - 8 dicembre 2008 - ore 5,35

Marcello Meroi
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- Il direttore di Tusciaweb mi ha invitato questa settimana a scrivere un pezzo sulla vicenda Arcionello.

Avrei preferito evitarlo, perché la mia posizione in Amministrazione Comunale mi rende assai difficile tenere un atteggiamento da commentatore esterno della vicenda.

Dovendo tener fede ad un impegno verso il giornale, tratterò dell’argomento, evitando comunque valutazioni di carattere amministrativo che certamente esprimerò per aver letto sia le dichiarazioni di Gigli (di cui attendo la conferenza stampa), che le “valutazioni” di Parroncini e di cui ovviamente mi occuperò dettagliatamente fuori dello spazio concessomi da questa testata.

La vicenda Arcionello ha dimostrato come in questa città si stia diffondendo un pericoloso e contagioso virus: quello della memoria corta.
Raccontiamo una storia.

Molto tempo addietro un gruppo di imprenditori presentò all’amministrazione Comunale un programma per ottenere l’autorizzazione ad edificare all’interno di questa zona. Un folto gruppo di ambientalisti, ma in genere un movimento che potrebbe definirsi ampio e perché no trasversale, iniziò una battaglia per la difesa dell’area interessata ai lavori e di una più vasta zona verde da destinare a parco.

Antonello Ricci da una parte, quale responsabile del costituito comitato in difesa dell’Arcionello ed il sindaco Gabbianelli dall’altra, iniziarono virtuosamente a parlarsi, a incontrarsi sui luoghi, a trovare un comune sentire per raggiungere un obiettivo da sempre definito comune: quello di dare a questa città un parco ottenendo dai lottizzanti aree da destinare a verde attrezzato, attraverso l’approvazione di quel programma edificatorio, ma in maniera il meno possibile invasiva per il territorio.

Questa sorta di transazione fu approvata nell’ottobre del 2006 con, ricordo a me stesso, reciproca soddisfazione e vicendevoli complimenti per la responsabilità ed il buon senso dimostrato da tutte le parti in causa.

Qualche mese prima di tale data, in Regione furono presentate due proposte di legge sulla perimetrazione del parco che, seppur diversamente articolate, hanno portato oggi all’approvazione di un provvedimento che rende non più realizzabile quel progetto edificatorio così come approvato dal consiglio comunale.

Conseguentemente, se gli imprenditori vorranno ancora procedere nella loro opera, dovranno limitarsi alla realizzazione delle sole volumetrie oggi autorizzabili a seguito dell’entrata in vigore della legge regionale, ricontrattando con il Comune il corrispettivo economico da versare e la superficie di quelle aree da trasferire all’Amministrazione per la realizzazione della riserva naturale.

Questa è la sintesi dell’accaduto, almeno questa spero non contestabile.

Ma tale oggettiva modifica della situazione pare sottovalutarsi da tutti coloro che, appunto, sono stati colpiti dal virus che prima ricordavo.

Pare lo dimentichi quella stampa da sempre attenta alla vicenda Arcionello e che aveva all’epoca fortemente sostenuto il dialogo tra le parti per giungere ad una soluzione concordata.

Pare lo dimentichi Antonello Ricci, protagonista di una battaglia culturale di grande spessore, il quale definisce “corbelleria” una mia preoccupazione che durante un nostro piacevole incontro mi pareva invece condividesse e che, se la memoria non mi inganna, aveva anche espresso sulla stampa locale (ma evidentemente devo averlo male interpretato).

Pare lo dimentichino coloro che hanno sempre correttamente identificato un parco non come una zona verde incontaminata, ma soprattutto fruibile ed attrezzata, nella quale si possa andare passeggiando su stradelli tracciati e puliti e dove sia possibile assistere, in zone specificamente dedicate, a spettacoli e ad incontri culturali, senza doversi dotare per accedervi di completo e accessori modello Indiana Jones.

Non so se questa sia una visione “di destra” del verde, ma credo che al di là della connotazione politica, sia comunque intelligente. Pare lo dimentichino soprattutto coloro che, da tutti gli schieramenti politici, diciamolo una buona volta con chiarezza, ti confidavano “riservatamente” di vedere in alcune prese di posizioni sull’argomento un intento essenzialmente politico.

Ma evidentemente il virus ha un ceppo forte ed è attecchito in maniera massiccia, trovando pochi anticorpi pronti a ostacolarlo e cancellando in un colpo la memoria dei fatti.

A questo punto, così come si conviene alla conclusione di una bella favola, permettetemi una considerazione.

Il cielo da oggi sarà certamente più azzurro sull’Arcionello.
Ma se da quel cielo la Regione ci facesse piovere anche le risorse giuste per la realizzazione di un vero parco, allora tutti vivrebbero più felici e contenti.

Marcello Meroi

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