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Marcello Meroi
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- Un evento internazionale, uno nazionale ed uno locale, da ricordare nella politica dell’anno ormai giunto alla fine.
Barack Obama, naturalmente.
La vittoria del primo presidente afro - americano dimostra come gli Stati Uniti siano, tutto sommato, un grande Paese.
Gli americani hanno dimostrato coraggio, volontà di cambiare, capacità di cogliere e rilanciare messaggi di immenso rilievo.
Al di là della collocazione politica di Obama e del tentativo un po’ patetico di certa sinistra nostrana di accreditarsi una vittoria che in casa è miseramente mancata, c’è una grandissima attesa sulle mosse di questo giovane leader mondiale.
Per vedere cosa saprà fare in politica estera, soprattutto nelle scelte in Iraq; nelle strategie da tenere in economia, per comprendere se è compatibile rilanciare la grande azienda a stelle e strisce senza però penalizzare la destinazione di risorse alle sempre più numerose classi disagiate; per capire se saprà difendere il mito americano, ultimamente abbastanza sbiadito in campo internazionale.
La vittoria del Centro Destra alle ultime politiche.
Il ritorno, l’ennesimo, di Silvio Berlusconi alla guida del Governo. Contro tutto e tutti.
Contro un’opposizione balbettante e perennemente indecisa su tutto: sulla giustizia, sulla sicurezza, sull’economia, sulla politica estera, sulle riforme, sui giovani e che non poteva che avere in Veltroni, l’emblema del “ma anche” istituzionalizzato, il suo primo perdente che si trova oggi a dibattersi nelle pesanti contraddizioni che le ripetute sconfitte elettorali hanno fatto scoppiare in tutta la loro gravità.
Ma Berlusconi ha saputo riconquistare gli italiani anche imponendosi nei confronti di alcuni dei suoi ex alleati che hanno dato dimostrazione di non essere ancora pronti a sostituire un uomo che non sembra proprio avere l’intenzione di lasciare la mano.
La riconquista del Comune di Viterbo da parte del PdL.
La dimostrazione che dal 1995 una classe dirigente politico amministrativa ha dato a questo Comune un progetto di rinnovamento e di prospettiva che i cittadini hanno dimostrato di apprezzare.
Si potrà dare importanza a tutto in questa città, dai cornetti al transito in via Marconi, dai componenti la commissione sulla nuova Macchina alle ordinanze sindacali sulla ormai dimenticata, ma quanto importante, “buona educazione”; ma nessuno potrà ignorare che i viterbesi si riconoscono, da tredici lunghi anni, in un programma amministrativo che alle elezioni riscuote percentuali da sogno.
Se ci fosse maggiore obiettività in quei distratti o peggio interessati detrattori, si potrebbe creare anche qui un clima diverso che certo non farebbe male alla crescita di tutti.
Un 2009 difficile attende l’Italia. Una crisi che viene da lontano e che deve preoccupare per la sua oggettiva vastità internazionale e per le sue immediate ripercussioni in campo economico.
Servirà un’inversione di tendenza in particolar modo nei rapporti politici generali ed anche in quelli sul territorio.
Non è vero infatti che l’opposizione svolge appieno il suo ruolo solo quando si contrappone alla maggioranza.
Ruolo serio di chi si reputa capace a governare è quello di partecipare, stimolare, sapersi accreditare anche in minoranza come forza responsabile e autorevole, pronta a contrapporsi anche duramente, ma altrettanto in grado di farsi coinvolgere nella gestione delle scelte fondamentali.
L’Italia e la nostra città dovranno dimostrare, fin dai primi giorni del nuovo anno, di saper cogliere quelle grandi e irripetibili occasioni che ci attendono.
Un nuovo modo di intendere la politica sarebbe il più bello e importante regalo che il 2009 potrebbe portarci.
Marcello Meroi
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