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Terremoto in Abruzzo - Il corsivo di Meroi
Isoliamo i soliti sciacalli dell'informazione
di Marcello Meroi
Viterbo - 14 aprile 2009 - ore 0,50

Marcello Meroi
Copyright Tusciaweb

- Di quei tanti che nel cuore della notte si sono svegliati improvvisamente anche a Viterbo, avvertendo chiaramente il terrorizzante segnale del terremoto, pochissimi hanno avuto consapevolezza di quello che era successo a poche centinaia di chilometri dalle nostre case.

Tornati a dormire, sia pure con tanto timore e una sensazione sgradevolissima addosso, solo la mattina ci si è accorti della terribile tragedia che aveva colpito l'Aquila e le zone vicine.

La televisione ci ha portato sin dentro le strade divenute cumuli di macerie, davanti a palazzi accartocciati come castelli di carte, sopra montagne di detriti dove uomini a un tempo disperati e coraggiosi, tentavano di portare soccorso ai sopravvissuti e a coloro che, lì sotto, lottavano per sopravvivere.

Scene di dolore, di strazio, di disperazione che da giorni sono nei nostri occhi e nel nostro cuore.
Le tragedie, indipendentemente dalla causa che le genera, sono purtroppo tutte uguali.

Sconvolgono con la loro imprevedibilità vite, speranze, futuro, riportando l'uomo alla realtà di una fragilità di cui sembriamo aver perduto consapevolezza.

Ma questa volta si sono manifestati comportamenti diversi dal passato. Intanto una dignità e una fierezza che hanno caratterizzato le popolazioni colpite dal sisma.

Un giornalista ricordava che alla frase di un responsabile della Protezione civile che diceva che da ora ci sarebbe stata la necessità di “tirarsi su le maniche”, un abitante di quella terra abbia risposto che la loro abitudine era quella di non averle mai tenute calate.

E poi la novità assoluta, da registrarsi con grande soddisfazione, è stata quella relativa al comportamento della politica.

Nessuna polemica, nessun attacco pretestuoso alle istituzioni, una seria presa in esame dei fatti e una disponibilità alla collaborazione che rende merito a chi se ne è reso protagonista.

Allo sciacallaggio giornalistico e politico si sono abbandonati soltanto i soliti noti, gli avvoltoi dell'informazione distorta e i meschini e impresentabili politici rappresentanti solo di se stessi.

Ma si contavano sulle dita di una mano e le loro ignobili esibizioni hanno registrato la sdegnata risposta di tutti coloro che, seppure portatori di idee diverse, sanno stare lontani dai dispensatori di falsità.

La macchina organizzativa è stata rapidamente presente e del tutto efficace; i soccorsi sono stati bene organizzati e di altissima professionalità; i tanti volontari, donne e uomini a cui tutti dobbiamo guardare con rispetto e ammirazione, hanno fatto un lavoro insostituibile e preziosissimo; Bertolaso ha dimostrato di essere l'uomo giusto in situazioni di questo tipo.

Basta richiamarsi alle considerazioni del presidente Napolitano per capire che l'Italia ha registrato enormi progressi nella gestione delle emergenze.

La politica, quella buona, quella che più spesso tutti vorremmo vedere, lo ha compreso e ha voluto fare un salto di qualità, comprendendo che proprio da queste situazioni si può partire per creare un clima positivo e virtuoso all'interno dei palazzi che contano.

Ora inizia la fase più difficile: quella della progettazione e della ricostruzione che andranno fatte con criteri di elevata sicurezza, controllando la conformità degli interventi alle disposizioni di legge, per evitare così altre tragedie di questo tipo, dovute in alcuni casi a responsabilità di chi ora deve essere punito con la massima severità.

Continuare con serietà su questa strada significherà dare a tanta povera gente, colpita profondamente nella perdita delle persone più care, della propria casa, delle cose messe insieme in una vita, spogliate di tutto in pochi secondi, una risposta concreta, una speranza di tornare a vivere un'esistenza normale.

Tutti dovranno mettersi una mano sulla coscienza e collaborare per ottenere un risultato che deve essere un imperativo per chi ritiene la politica un impegno a favore della società.

Coloro che si aggirano tra le macerie con badili o picconi o che utilizzano microfoni o studi televisivi ad alta tecnologia per scopi anch'essi privi di qualsiasi moralità, appartengono comunque a una stessa indecente categoria: quella degli sciacalli.
Isoliamoli e trattiamoli come si meritano.

Marcello Meroi

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