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Marcello Meroi
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- Dopo che il quotidiano “Avvenire” ha lanciato qualche giorno fa una sorta di richiesta di chiarimento sui “fatti” di Villa Certosa e di palazzo Grazioli, i massimi vertici della Cei si sono immediatamente affrettati a precisare che la coscienza è comunque un problema personale di ciascuno, così come la propria capacità di giudizio.
Certo è che i comportamenti dei singoli e soprattutto la valutazione e l'attenzione che gli stessi provocano, sono direttamente proporzionali alla esposizione mediatica di chi li compie.
In poche parole è normale attendersi maggiore misura, particolare attenzione, specifica sobrietà da chi è non solo gestore e custode del proprio essere, ma soprattutto da chi abbia grande visibilità o ricopra importanti ruoli istituzionali.
Su questo credo onestamente non si possa che concordare partendo dall'antico, ma sempre valido principio, che chi ha maggiori responsabilità debba dare i migliori esempi.
Da qui il richiamo sia del presidente della Cei cardinal Bagnasco che del segretario monsignor Crociata sul comportamento degli adulti che pur essendo valutazione personalissima però, «non può essere sottovalutata od evasa», ma neanche «strumentalizzata a livello di cronaca quotidiana».
Il punto infatti appare essere proprio questo: è certamente corretto che chi sia quotidianamente sotto i riflettori debba avere un'immagine credibile, lasciando fuori dalla propria sfera anche privata atteggiamenti discutibili, ma è altrettanto sacrosanto che un uomo, proprio perché personaggio pubblico, non possa essere di fatto vivisezionato, spiato, ascoltato, intercettato anche nei suoi momenti più riservati.
Qualche sano democratico ricorderà subito che Bill Clinton ha rischiato di dover lasciare la Casa Bianca per una stagista di troppo, ma certo è che l'attuale signor Rodham non ha avuto all'epoca delle sue prestazioni “particolari”, lo stesso livello di morbosa e soprattutto illegittima interferenza nel privato che ha dovuto subire Silvio Berlusconi.
Il premier italiano si è comportato male, ha dato una brutta immagine della propria etica e dimostrato una morale non proprio a prova di bomba?
Puo darsi, ma non credo che le circostanze in cui lo avrebbe fatto possano essere oggetto di un processo mediatico pubblico, proprio perché tali comportamenti, se realmente esistenti, appartengono alla sua privatissima sfera che nessun giornalista, nessun magistrato, nessun pregiudicato, nessuna velina prezzolata o meno può giudicare.
A meno che, ovviamente, tutto questo non assuma un significato meramente strumentale che serva a demolire con mezzi infimi e con regìe attentamente studiate, un uomo che i suoi avversari non riescono a combattere con i corretti strumenti della politica, stante l'assoluta mancanza di idee e programmi credibili.
Da qui le imboscate fotografiche, le dichiarazioni ad orologeria della moglie, le sempre più frequenti e sospette “escort” pronte a chissà quali rivelazioni bomba, le “premonizioni” giudiziarie di autorevolissimi esponenti dell'opposizione.
Un martellante e durissimo attacco personale che però non ha lasciato alcuna significativa traccia nel giudizio elettorale del Paese.
Berlusconi ha certamente le sue colpe e farebbe meglio a non scivolare su argomenti e comportamenti propri di un mondo spesso falso, fatto di cartapesta, composto da personaggi e comprimari che sarebbe meglio marginalizzare più che rendere visibili, ma va difeso al pari di tutti gli altri nel suo privato, nella sua del tutto esclusiva libertà di uomo.
Il presidente della Camera ricordava ieri, con una affermazione purtroppo nuovamente scontata e del tutto banale, che tutto questo parlare del privato del capo del governo non mette in difficoltà la maggioranza, ma rende meno credibile la politica.
E' vero, ma è incontestabile che la politica ha perso la sua credibilità da tempo e per tante scelte che la hanno del tutto svuotata di autorevolezza, allontanandola dalla gente.
Per sfiduciare gli Italiani sono bastati i ribaltoni, i transfughi prima scomunicati e poi amorevolmente accolti, il parlamento dei nominati, gli utili idioti fatti eleggere solo perché amici, i terroristi condannati e portati nelle istituzioni, i Mastella ed i De Mita perennemente in servizio, i Caruso ed i Luxuria tanto insopportabili e fuori luogo nelle violenze di piazza e sulle isole dei famosi come a Montecitorio, le tante, troppe bassezze di una classe politica che andrebbe riformata per davvero.
Ed allora davanti a tutto questo anche la D'Addario o Noemi, così come i trans di qualche portavoce, possono fare solamente sorridere.
Marcello Meroi
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