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Marcello Meroi
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- Chi aveva sperato che il mancato raggiungimento della percentuale bulgara del 40% alle europee potesse presagire un passo falso del PdL alle amministrative, ha dovuto amaramente accorgersi di quanto irrealizzabile fosse quel desiderio.
Ancora una volta il Cavaliere aveva visto giusto identificando nel forte astensionismo, specialmente insulare, il motivo del suo comunque assai positivo 35,26 % colto in Europa, gongolando dell'oltre 10 % conquistato dalla fedelissima Lega.
Un risultato che porta la coalizione di governo a superare il 45 % dei voti degli italiani, che seppur martellati dalla non politica del gossip, dalle polemiche sui voli di Stato, dalle plateali dichiarazioni di lady Veronica e dal primo problema nazionale attuale che sembra essere quello dell'illibatezza della giovane Noemi, hanno dimostrato che intaccare il consenso al centrodestra sembra essere impresa ardua.
Ancor più difficile se si risulta privi di un minimo progetto politico e di una valida alternativa alle proposte della maggioranza.
In ogni commento dei risultati elettorali tutti dichiarano sempre di aver vinto, spesso spingendosi in ardue elucubrazioni su valutazioni del tutto marginali, ma utili alla difesa delle proprie tesi.
Ma riluce come una “perla” l'esternazione del sempre più precario Franceschini che, realmente rintronato dall'ennesimo risultato a perdere del suo partito, se ne è uscito con una dichiarazione di rara intelligenza nella quale ha definito il governo “non più maggioranza nel Paese”.
Strano modo di intendere la politica e soprattutto la matematica, quando si è al 26 % e si è sempre di più prigionieri di un Di Pietro obiettivamente rafforzato e prontissimo a continuare nella sua battaglia di disgregazione del Pd.
Ma l'elemento di maggiore rilievo in questa tornata elettorale è certamente rappresentato dallo straordinario risultato del Pdl alle amministrative, tanto inequivocabile che anche “Repubblica” non ha potuto nasconderlo.
26 province conquistate dal partito di Berlusconi che ne guidava 12. 14 soltanto confermate dalla Sinistra che ne aveva 50. 22 ancora da assegnare al ballottaggio con un forte vantaggio del centrodestra su moltissime di esse, non dimenticando comunque la presenza dell'UdC in molte coalizioni vincenti.
Un dato di grandissimo rilievo politico, che dimostra come gli italiani si riconoscano non soltanto nel progetto di governo centrale del PdL, ma apprezzino anche le proposte fatte per la gestione degli Enti Locali e soprattutto i candidati espressi sul territorio.
La Sinistra era sempre stata egemone in campo amministrativo, relegando gli avversari a ruoli comunque minoritari nel governo di città e province. Con il voto di ieri si inverte la tendenza e questo rappresenta un obiettivo e indiscutibile successo per tutta la coalizione guidata dal premier.
Anche in casa nostra il risultato ha seguito, forse ancor di più del normale, la tendenza nazionale.
Viterbo città con il PdL al 52 % e il PD al 25 %, dimostra la credibilità di una proposta politica e di una classe dirigente e amministrativa che raccoglie da anni successi incontrastati.
Una Provincia che registra un 46 a 27 per il PdL porta certamente a pensare a un probabile ritorno, nel 2010, del centrodestra alla guida di Palazzo Gentili.
Alla luce di quanto visto uscire dalle urne e di quanto probabilmente verrà confermato nel prossimo ballottaggio, per sconfiggere Berlusconi e il suo partito gli avversari dovranno dunque attrezzarsi a trovare argomenti più interessanti di quelli che hanno utilizzato sino ad ora e soprattutto a utilizzare testimonial più credibili del fotografo Antonello Zappadu e del pregiudicato Gino Flaminio.
Ma tra i fans di Dario oggi questo passa il convento.
Marcello Meroi
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