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Il sottoscala di Sassi
Viterbo - Il sottoscala di Sassi
La condanna di Mills, Berlusconi e la Repubblica delle banane
di Arnaldo Sassi
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La condanna di Mills, Berlusconi e la Repubblica delle banane
di Arnaldo Sassi
Viterbo - 21 febbraio 2009 - ore 13,30

Arnaldo Sassi
caporedattore Messaggero
- Tra le decine di notizie che ci hanno bombardato in questi giorni sia sui tg che sulla carta stampata (dal caso Englaro allo stupro della Caffarella, dalle dimissioni di Veltroni alle nuove norme sulla sicurezza e sulla giustizia, e via dicendo) ce n’è stata una di cui i mass media non hanno praticamente parlato.

Oppure, se lo hanno fatto, si sono limitati a poche righe o a pochi secondi, quasi si trattasse di una notizia di terz’ordine.

Sto parlando della condanna per corruzione inflitta dal Tribunale di Milano all’avvocato inglese David Mills, accusato di aver accettato una tangente in cambio di falsa testimonianza in due processi giudiziari.

La curiosità mi ha spinto ad andare a vedere, visto che il legale è di nazionalità inglese, come la stessa notizia fosse stata trattata in Inghilterra. Così mi sono imbattuto nel sito della Bbc (chi vuole può collegarsi al link ) e ho letto ciò che ha scritto sull’argomento il giornalista Duncan Kennedy, corrispondente da Roma per l’emittente britannica.

Poi, per fornire a tutti una versione che fosse attinente al testo inglese, ho chiesto la traduzione alla mia amica Maria Federici, interprete provetta che ha lavorato per anni per il ministero degli Esteri. Ecco dunque il testo in italiano:

L’avvocato inglese David Mills condannato per aver accettato una tangente in cambio di falsa testimonianza in due processi giudiziari

Mills avrebbe accettato una tangente di 600.000$ (350.000£ circa) dal presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi. Il tribunale di Milano lo ha condannato a 4 anni e 6 mesi, ma Mills si dichiara innocente e ricorrerà in appello. Il caso giudiziario è legato a due procedimenti avviati nel 1997 e nel 1998 a carico di Berlusconi.

In sostanza, Mills è accusato di aver taciuto informazioni su alcune società off-shore di proprietà del Cavaliere, permettendo a Berlusconi di evadere il fisco. Mills era un testimone esperto di diritto tributario e la sua testimonianza avrebbe chiaramente favorito Berlusconi. Il denaro ricevuto sarebbe stato impiegato da Mills per pagare il mutuo della casa di Londra che divideva con sua moglie Tessa Jowell, ministro inglese per le Olimpiadi. Un’inchiesta parlamentare ha appurato l’estraneità della Jowell. La coppia è ora separata.

In quest’ultimo processo, l’accusa ha descritto l’intero caso come una faccenda di soldi e potere. Potere per Berlusconi. Soldi per David Mills.

Il punto è se Mills andrà davvero in prigione e quali saranno le conseguenze di questo caso per il presidente del Consiglio italiano. La risposta alla prima domanda è probabilmente “no”.

Mills ha già dichiarato alla Bbc che intende fare ricorso in appello e che ha solide ragioni per farlo. E’ infuriato per come la vicenda si è conclusa e ritiene di essere vittima di manovre politiche. In base al rigido sistema legale italiano qualsiasi ricorso in appello potrebbe richiedere uno, due, tre o più anni. Quindi, l’intera procedura potrebbe cadere in prescrizione, una misura prevista dopo un lasso di tempo di sette anni e mezzo.

La legge sull’immunità

Mills potrebbe dunque vincere il ricorso. Ma se così non fosse, l’accusa potrebbe semplicemente non avere il tempo necessario a condannarlo. Comunque vada, rimarrà a piede libero.

Per un personaggio come David Mills, una vittoria in appello costituirebbe un vantaggio in quanto, non solo gli consentirebbe di dimostrare la propria innocenza, ma anche di rifarsi una reputazione.

Per ciò che concerne Berlusconi, almeno per ora il Cavaliere sembra avere incorporato una sorta di lasciapassare che gli consente di evitare il carcere.

Il suo stesso governo lo scorso anno ha approvato, seppure in modo controverso, una legge sull’immunità dai processi che favorisce lui e una manciata di altri ministri. Finché è al potere, gli è garantita l’immunità, sebbene le accuse siano sospese e non annullate.

Esperto in materia

Ad ogni modo, seppure i procedimenti a suo carico dovessero riprendere alla fine del suo mandato, Berlusconi ha mostrato in passato di essere abile nel terminare ogni procedura di ricorso in appello, secondo quanto previsto dalla legge italiana. Berlusconi si ribadisce innocente e nega di avere pagato tangenti a Mills.

Il Cavaliere non è certamente inesperto del sistema legale italiano: secondo stime, è stato coinvolto in circa 2.500 udienze nel corso della sua lunga carriera e, in alcuni procedimenti, è stato anche dichiarato colpevole. Le accuse passate a suo carico sono di corruzione, falso in bilancio e tangenti. Tuttavia, Berlusconi ha sempre evitato il carcere perché vittorioso in appello, assolto o per decorrenza dei termini.

Per farvi capire l’opinione degli italiani sul loro presidente del Consiglio e le sue vicende giudiziarie, basta dire che nel giorno in cui il Tribunale di Milano si è espresso sul caso Mills, nell’aula era presente soltanto una manciata di telecamere di redazioni di telegiornali per seguire il fatto. Semplicemente, la faccenda non era considerata particolarmente interessante.

Il perdono degli elettori

Immaginate la stessa situazione in altri paesi, con il capo di un Governo coinvolto in un grave episodio di corruzione. Sarebbe impossibile muoversi all’esterno del tribunale per la presenza di microfoni e obiettivi. Ma non in Italia. Qui la maggioranza degli italiani è tacitamente rassegnata a vedere il proprio presidente del consiglio muoversi ai confini della legalità e le tempeste che lo colpiscono mostrano soltanto che è umano. Anzi, vanno ad arricchire il suo debordante fascino.

Fintanto che Berlusconi riesce a tenere la grande nave Italia lontana dagli scogli, gli italiani sono pronti a perdonarlo. Tutto ciò insomma non li trattiene dal votarlo comunque, come è stato provato dallo schiacciante successo elettorale delle elezioni politiche dello scorso anno.

Eppure, Berlusconi potrebbe trovare qualche inciampo sul suo cammino. Esiste un importante movimento per abrogare la sua nuova legge sull’immunità. Se coloro che lo appoggiano riescono a convincere il tribunale di avere un numero sufficiente e legittimo di firme, potrebbero convocare un referendum. Ciò renderebbe Berlusconi più vulnerabile.

Fin qui il britannico Duncan Kennedy. Mentre in Italia il festival di Sanremo fa il record di ascolti, il Grande fratello anima i dibattiti della gente nelle strade, il Pd si sfascia solo ed esclusivamente per proprie responsabilità, costringendo chi aveva creduto nell’ennesima illusione (tra cui è da annoverare anche il sottoscritto) ad affiggere il cartello “AAA CERCASI PARTITO COMPOSTO DA PERSONE RESPONSABILI, POSSIBILMENTE ANCHE ONESTE”.

Eravamo uno Stato di diritto, ora siamo la Repubblica delle banane. E, dal momento che all’estero certe cose non le capiscono (negli Usa si sono registrate dimissioni a  catena di quattro candidati a poltrone di ministro nell'amministrazione Obama non in seguito a condanne penali, né ad incriminazioni, ma per semplici sospetti di improprietà commesse in passato, come evasione fiscale, mancato versamento dei contributi alla domestica, conflitto di interessi), ci trattano da peracottari. Come dar loro torto?

Un’ultima considerazione: vista la drammatica situazione odierna della politica, possibile che per avere una speranza ci si debba rifugiare in Di Pietro o in Beppe Grillo? Se qualcuno ha proposte alternative me le faccia sapere. Avrà tutta la mia gratitudine.

Arnaldo Sassi

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