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Arnaldo Sassi
caporedattore Messaggero |
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- Si sa che in politica può andar bene tutto, ma non dovrebbe mai essere offesa l'intelligenza della gente.
E invece oggi spesso accade che l'informazione ufficiale – complici anche i mass media – offra al cittadino una realtà virtuale totalmente diversa da quella da quella reale. E il cittadino, ignaro, ci casca.
La premessa serve a introdurre la kermesse svoltasi ieri mattina al teatro dell'Unione nell'ambito dell'iniziativa “Governincontra”, durante la quale alcuni ministri e sottosegretari del governo Berlusconi, capeggiati dal ministro Gianfranco Rotondi, hanno incontrato istituzioni e associazioni viterbesi.
Ovviamente l'evento è stato seguito anche dagli organi di informazione nazionale, prima fra tutti la Rai. Che ha mandato in onda un ampio servizio con tanto di intervista al ministro per l'attuazione del programma.
Il quale, senza tema di essere smentito (chi avrebbe potuto farlo?), ha potuto dichiarare ai microfoni della tivvù di Stato che questo governo non è venuto a Viterbo per celebrare se stesso, bensì per ascoltare le istanze della gente.
Cosa che andrebbe registrata come lodevolissima. Anzi, addirittura come una rivoluzione copernicana rispetto a tutti gli esecutivi di ogni colore succedutisi nei decenni a palazzo Chigi.
Il problema però, è che le cose non sono andate proprio così. Anzi.
Intanto c'è da dire che per entrare al teatro dell'Unione bisognava avere un accredito (gli inviti sono stati diramati dalla prefettura); ma questo è comprensibile perché un minimo di filtro era senz'altro necessario.
Però va anche detto che tutto l'evento si è svolto in maniera ingessata, scontata, addirittura noiosa, con i rappresentanti del governo che si sono abbondantemente autocelebrati; ma soprattutto senza che vi fosse un adeguato contraltare per aprire un dibattito che avesse una minima sembianza di serietà.
Gli interventi “dei cittadini” sono stati infatti centellinati e selezionati, tanto che hanno potuto prendere la parola solo tre sindaci (Marini per Viterbo, Mazzola per Tarquinia e Giampieri per Civita Castellana), il presidente della Provincia e il rappresentante di un'associazione di volontariato.
Agli studenti è stato solo concesso di leggere una relazione (preventivamente visionata); e proprio in quel momento il ministro per la gioventù Giorgia Meloni – che poco prima aveva affermato categoricamente “Peccato che non appena il Governo proponga un cambiamento, scoppi una polemica che faccio fatica a capire” - s'è alzata e se n'è andata. Complimenti.
A colpire è stata la finzione scenica dell'iniziativa, dove nulla era lasciato al caso, nemmeno la sete dei ministri, che una giovane hostess puntualmente soddisfaceva.
Degna di nota, a tale proposito, una puntualizzazione della Meloni: “Noi crediamo che la politica e la comunicazione ai cittadini non vada fatta solo nei salotti di Porta a Porta, Matrix e Ballarò”.
Certo, meglio “Governincontra”, che però sarebbe meglio ribattezzare “Governincontra se stesso”.
Naturalmente coi soldi di tutti. Insomma, di vero nella kermesse governativa di ieri mattina non c'è stato proprio un bel nulla.
Anzi, tra il pubblico, c'è stato anche chi a un certo punto s'è alzato e se n'è andato ("Alla fine – mi ha raccontato in confidenza un partecipante all'incontro – si parlava alle poltrone vuote").
Ora, detto che in democrazia chi vince le elezioni governa e chi perde deve rassegnarsi all'opposizione, perché queste sono le regole del gioco, val la pena sottolineare che si può governare in modi diversi: ascoltando (anche solo in parte) chi la pensa diversamente, o andando dritti per la propria strada, in attesa del prossimo giudizio degli elettori.
E, da questo punto di vista, va dato atto al premier Silvio Berlusconi di essere migliore di tutti i suoi collaboratori. Almeno lui, che se ne frega dell'opposizione lo ripete dieci volte al giorno.
Evitando teatrini come quelli di ieri mattina e la presa per i fondelli ai cittadini.
Arnaldo Sassi
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