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Arnaldo Sassi
caporedattore Messaggero |
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- La Tuscia fa acqua. Non solo dal cielo. Ma anche su tutte le strade della provincia.
D’accordo, i fenomeni meteorologici di questi giorni sono stati eccezionali (e su questo prima o poi bisognerà riflettere seriamente), ma hanno anche dimostrato quanto il sistema ipertecnologico del terzo millennio sia fragile ed esposto a rischi di fronte all’imprevisto.
Sicché improvvisamente è nato il problema “buche”. Su tutte le strade. Molte delle quali sono diventate addirittura intransitabili.
Generando gli “smadonnamenti” degli automobilisti e la felicità di meccanici e venditori di ricambi auto (soprattutto borchie per le ruote).
Un’incavolatura generale come questa non si vedeva da tempo. Tant’è che proprio Tusciaweb, avendo avuto l’idea di creare un gruppo “anti-buche” su “Facebook”, in poche ore ha raccolto migliaia di adesioni. Segno che la questione è sentita. E andrebbe affrontata come un’emergenza da risolvere nel più breve tempo possibile.
Intendiamoci: proprio per non gettare subito la croce addosso agli amministratori, da un lato va ammesso che l’eccezionalità di quanto avvenuto ha spiazzato un po’ tutti; ma dall’altro non si può nascondere che il maltempo ha evidenziato nella maggior parte dei casi una manutenzione carente all’insegna del “tiriamo a campare”.
La zona simbolo di questo modo di fare è senza alcun dubbio la zona artigianale del Poggino, un problema che esiste da decenni e che si è incancrenito nel tempo tra chiacchiere a vuoto, menefreghismo e mancata volontà di risolvere i problemi più urgenti (anche se è comprensibile, almeno dal punto di vista del consenso, che è molto più produttivo per un amministratore trasformare via Marconi in boulevard piuttosto che asfaltare e dotare di fogne funzionali una zona periferica della città).
Il problema però, è sempre il solito. E gli amministratori avrebbero il sacrosanto dovere di capirlo e quindi di comportarsi di conseguenza.
Detto che la coperta (leggi soldi) degli enti locali è oggi più che mai corta, chi governa ha la grande responsabilità di stabilire quali siano le priorità, anche a costo di sacrificare qualcos’altro. E in questo momento Regione, Provincia e Comuni dovrebbero costituire una vera e propria task force per far fronte al problema.
Ma saranno in grado di farlo? Oppure, al di là delle solite chiacchiere, rinvieranno tutto alle calende greche?
Staremo a vedere. Per il momento c’è da registrare che l’assessore provinciale ai lavori pubblici Antonio Rizzello ha stilato un primo piano d'intervento annunciando che la Provincia di metterà due milioni di euro, che altri due milioni li metterà l'Astral e che cinque saranno chiesti alla Regione. Almeno ha dato segnali di buona volontà.
Più problematica la situazione del Comune dove, al di là degli interventi urgenti già messi in atto dall'assessore ai Lavori pubblici Giovanni Arena, servirebbe un qualcosa in più almeno per la disastrata zona artigianale.
Sul Comune viterbese però un’altra cosa va sottolineata. In questi giorni ha fatto molto scalpore la delibera sugli assistenti civici, ovverosia su quella squadra di pensionati che dovrebbe andare a spasso per la città con compiti non ben definiti di varia umanità e che costerà ai contribuenti 28 mila euro in soli tre mesi.
Non che sia una grande cifra, ma in tempi di magra, le spese devono essere oculate. E allora al sindaco Giulio Marini va posta una sola domanda: con quei soldi che il Comune ha deciso di regalare a un benemerito gruppo di vecchietti, generando non pochi sospetti di celato clientelismo, quante buche ci si potrebbero tappare?
Arnaldo Sassi
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