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Il cantante lirico
Alfonso Antoniozzi
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- Ci sono molte cose meravigliose che si possono fare con Internet e una connessione ad alta velocità: parlare con amici lontani, affiliarsi a un social network, leggere notizie in tempo reale, compiere viaggi virtuali intorno al mondo, fare telefonate a costo zero, avere sempre a propria disposizione un’enorme biblioteca pronta per essere consultata sono sono alcuni esempi di come e quanto questa miracolosa tecnologia abbia cambiato in meno di dieci anni le nostre vite.
Forse non tutti sanno che Internet, oltre alle possibilità che ho sopra citato e a mille altre che ho omesso di citare, può anche offrirci un efficace strumento per aiutare il nostro prossimo: basta un poco di tempo a disposizione e una basilare conoscenza della lingua inglese.
Visitando, ad esempio, il sito Kiva.org ci rendiamo subito conto di come con dieci dollari, meno del prezzo di due pacchetti di sigarette o di due gratta e vinci, si possa cambiare in meglio la vita di tante persone.
Poniamo che una signora che vive in Nigeria voglia aprire nel suo paese un negozio di stoffe: si rivolge a Kiva, Kiva mette il progetto in rete e tanti microfinanziatori la aiutano in questo progetto.
Quando il negozio è aperto e la signora comincia a guadagnare, tutti i finanziatori vedono restituita con gli interessi la cifra che hanno investito nel negozio.
Da ormai tre anni sono un microfinanziatore di Kiva. Sono partito con 100 dollari e la mia ridicola sommetta, prontamente reinvestita in altri programmi quando mi veniva restituito quanto dovuto, ha già aiutato 23 realtà locali in Cambogia, Kenya, Paraguay, Tanzania, Peru, Togo, Vietnam, Mongolia, Bulgaria, Nigeria, Samoa, Pakistan, Ghana, Mali.
Tutte le persone che ho finanziato, e dico tutte, hanno restituito la cifra dovuta: i miei finanziamenti hanno un tasso di morosità dello zero per cento.
E’ un esempio, questo, non di carità né di aiuti a fondo perduto, ma un vero e proprio esperimento vincente di finanziamento solidale che non manda scatolette a chi ha fame, ma aiuta gli affamati a guadagnarsi il pane e, allo stesso tempo, li responsabilizza. E’ un piccolo investimento per noi, ma fa una grande differenza nella vita degli altri.
Se invece non si volesse investire del denaro, c’è modo di mettere il nostro computer a servizio di un mondo migliore scaricando un piccolo software sul sito Woldcommunitygrid.
Il software in questione connette, in maniera del tutto sicura, il nostro computer a una rete più vasta creando così una sorta di megacervellone online dedicato alla ricerca scientifica.
Quando siamo connessi ma non stiamo utilizzando la connessione per navigare su Internet, il nostro computer elabora dati in sincronia con il computer centrale collaborando a progetti globali per la cura della distrofia muscolare, la ricerca di farmaci contro l’influenza, la ricerca sul cancro, sull’Aids e sul proteoma umano, per il progetto energia pulita e per la scoperta di nuovi farmaci contro la febbre emorragica, l’epatite C e la febbre gialla.
Basta, ad esempio, lasciare il computer connesso durante la notte, e il gioco è fatto.
E’ un piccolo gesto che a noi non costa nulla, ma che fa una grande differenza per tutti perché la nostra piccola macchina da casa contribuisce a creare il più grande computer del mondo che nessun istituto di ricerca potrebbe mai permettersi e, allo stesso tempo, ci regala una sensazione straordinaria: quella di star collaborando fattivamente a dei progetti che vogliono lasciare questa terra in uno stato migliore di quello in cui l’abbiamo trovata.
Il che, a pensarci bene, dovrebbe essere l’obiettivo fondamentale di qualsiasi vita che voglia davvero definirsi umana.
Alfonso Antoniozzi
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