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Severo Bruno
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- Le dimissioni del direttore dell'Avvenire Boffo hanno reso ancora più acuta la crisi della stampa in Italia, clamorosamente resa evidente dal disgustoso trattamento riservato a chi aveva appena accolto sul suo giornale il disagio espresso dai lettori per le recenti vicende attribuite al capo del governo.
Se i due fatti fossero tra loro in relazione, l'aggressione a Boffo non sarebbe stata scatenata da articoli o posizioni sue personali, ma dal non aver taciuto la realtà delle proteste che gli pervenivano, insomma nel non aver collaborato.
Senza entrare nel merito delle questioni legate alla cronaca, diventa sempre più urgente però definire e riconoscere la gravità di attacchi gravissimi alla libertà di stampa che si susseguono senza tregua.
A quale strategia può corrispondere una simile successione di fatti ed esternazioni aggressive?
Una prima risposta la si può cercare nel timore che si possa formare nella pubblica opinione una corrente di pensiero avversa al potere, in cui venga smascherata la bolla propagandistica e autoelogiativa in cui stiamo affogando.
Un'altra spiegazione la si può ricercare nella debolezza della opposizione, divisa com'è tra mille anime e posizioni, che rende particolarmente favorevole il momento del confronto con la stampa per chi tende a ridurne il potere e a condizionarne i contenuti.
La più grave e preoccupante interpretazione, infine, porta diritti diritti a esigenze di un regime in corso di formazione, ma allo stato sembra un argomento da scongiurare più che da discutere, anche se sembra quanto mai necessario e urgente tenerla presente per attivare ogni mezzo di difesa civile.
Tra i fatti più preoccupanti c'è da ricordare l'assedio a Rai tre, la causa per diffamazione promossa contro le domande di Repubblica e contro gli articoli de L'Unità, tutti fatti che hanno destato l'incredulità scandalizzata di tutto il mondo, con esclusione della Russia e della Libia.
Sembra incredibile anche a noi, che pure abbiamo assistito giorno per giorno alla escalation di iniziative editoriali e televisive mirate al controllo della informazione, che si sia potuti giungere a tanto, in contrasto con quanto afferma l'art 21 della Costituzione, ” Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione...”.
E ' vero che le domande non sono citate, ma sembra del tutto naturale esprimere i propri dubbi, frutto anch'essi di opinioni, formulando domande per ottenere risposte da chi amministra la cosa pubblica.
Poiché la libertà di stampa non è fine a se stessa, ma è elemento indispensabile per tenere viva ogni democrazia, credo sia questo il momento giusto per esprimere la solidarietà mia personale al direttore Dino Boffo per la disgustosa aggressione subita e per aderire alla manifestazione del 19 settembre prossimo a Roma organizzata dalla federazione nazionale della Stampa insieme con la associazioni articolo 21, Libertà e Giustizia, Acli, Arci e Anpi.
Sottoscrivo infine l'appello di Franco Cordero, Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelski in difesa della libertà di stampa contro ogni abuso del potere.
Severo Bruno
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