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Severo Bruno
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- In questi giorni afosi di un agosto piuttosto abbacchiato, abbiamo appreso dal sorridente “tuttologo” Tremonti che per il Sud sarebbe stato deciso un cosiddetto piano Marshall, con tanto di ente e banca specializzati che probabilmente si chiameranno Cassa per il Mezzogiorno, forse affidati alla Lega.
Il titolo dell'annuncio roboante, Piano Marshall per il Sud, è di quelli che avrebbe fatto felice il ministero della cultura popolare, Minculpop di infelice memoria.
Nelle intenzioni del pubblicitario che lo ha ideato e ripetuto in più occasioni di stampo mediatico, quel titolo di giornale dovrebbe servire a richiamare automaticamente nelle popolazioni del Sud, l'idea di un aiuto fraterno e di una abbondanza straordinaria di mezzi, come i dollari a Forcella del dopoguerra.
Perché quelle poche parole, infatti, e soltanto quelle, dovrebbero servire a calmare magicamente le gravi necessità delle popolazioni meridionali e far evaporare i loro malumori per quei 35 miliardi scippati loro dal governo, che li ha destinati a scopi diversi piuttosto che destinarli, come per legge, alle regioni svantaggiate.
Ora quelle somme sono state in fretta sostituite da roboanti promesse e spiccioli vari, esclusa la Sicilia dell'amico Lombardo che sa protestare con efficacia.
Non c'è dubbio, si è trattato di un altro colpo da maestro del solito Robin Tremonti, che toglie ai poveri per dare ai ricchi secondo le richieste del solito Bossi, quello dell'esercito nordista e del dialetto materia di concorso.
Ma perché il premier, come ha riferito lo stesso Tremonti, ha pensato a Marshall, segretario di Stato Usa dell'immediato dopoguerra, autore della dottrina politica di aiuto e sostegno ai paesi sconfitti in guerra?
Solo per propaganda e pubblicità, sembrerebbe, perché il Sud in questi mesi non ha perso nessuna guerra e Bossi e compagni, quindi, non l'hanno vinta, e, anche volendo, non potrebbero certo fare i generosi, visto che i soldi non sono di proprietà dei pretesi vincitori, ma di tutto il Paese che lavora e paga le tasse, e che si aspetta che le leggi siano rispettate e non aggirate o eluse dal governo.
Quei soldi perciò non sono di Berlusconi e lui non può regalarli.
E infine le regioni svantaggiate non sono, né sono state il nemico con cui mostrare generosità, ma rappresentano la maggioranza degli italiani, forse colpevoli di aver voluto partecipare a un sogno di ricchezza, che invece li ha esclusi perché riguardava pochi altri.
Altro che Piano Marshall per il Sud, bestemmia storica e politica tutta insieme; ecco perché le foto di Berlusconi e Tremonti insieme, bellini ed eleganti, ripresi mentre ridono tutti soddisfatti, fanno chiedere non di cosa ridono, ma alle spalle di chi ridono.
Speriamo comunque che con il ponte sullo Stretto, con la Cassa per il Mezzogiorno e, ora, con il Piano Marshall, quelle popolazioni abbiano avvertito almeno un po' di sollievo, come chi si riscalda con gli occhi del gatto scambiati per tizzoni. A dirla in romanesco, “consolamose con l'aietto”.
Severo Bruno
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