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L'alambicco di Antoniozzi
Viterbo - L'alambicco di Antoniozzi
Senza Ryan Air, un aeroporto al 30 per cento
di Alfonso Antoniozzi
Viterbo - 30 ottobre 2008 - ore 1,20
Viterbo - L'alambicco di Antoniozzi da Londra
Via Marconi meno la vedi e meglio stai
di Alfonso Antoniozzi
Viterbo - 23 ottobre 2008 - ore 1,30
Viterbo - L'alambicco di Antoniozzi da Londra
I miei dubbi sull'aeroporto
di Alfonso Antoniozzi
Viterbo - 16 ottobre 2008 - ore 1,30
Viterbo - L'alambicco di Antoniozzi da Londra
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di Alfonso Antoniozzi
Viterbo - 10 ottobre 2008 - ore 1,30
Viterbo - L'alambicco di Antoniozzi
Gli altri siamo sempre noi
di Alfonso Antoniozzi
Viterbo - 25 settembre 2008 - ore 1,30
Viterbo - L'alambicco di Antoniozzi
Mi ha detto il cigno...
di Alfonso Antoniozzi
Viterbo - 25 settembre 2008 - ore 0,30
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Viterbo - L'alambicco di Antoniozzi
Senza Ryan Air, un aeroporto al 30 per cento
di Alfonso Antoniozzi
Viterbo - 30 ottobre 2008 - ore 1,20

Il cantante lirico
Alfonso Antoniozzi

- Leggo su Tusciaweb una lettera di Andrea Marcosano che afferma, con qualche ragione, che Ryan Air è solo una delle tante compagnie aeree che potrebbero essere ospitate a Viterbo. 

Incuriosito da questa affermazione decido di dare uno sguardo all'orario voli di Ciampino e mi accorgo che Marcosano ha ragione: peccato però che Ryan Air sia la compagnia aerea che, da sola, movimenta la maggioranza del traffico aereo civile dello scalo romano che Viterbo dovrebbe sostituire. 

Nella fascia oraria compresa tra le dieci del mattino e le ventidue da Ciampino partono 27 voli Ryan Air, 11 voli Easyjet e tre voli Wizz, mentre atterrano 19 voli Ryan, 8 voli Easy e due voli Wizz.

E' dunque vero che si può comodamente fare a meno di Ryan Air, ma è altrettanto vero, ammesso che Viterbo finisca per assorbire l'intero traffico aereo rimanente, che il nostro aeroporto movimenterebbe nella stessa fascia oraria solo 14 voli in partenza e dieci in arrivo, a destinazione Madrid, Londra, Lyon, Ginevra, Basilea, Bristol, Berlino, Katowice, Bucarest.

Senza Ryan Air da Viterbo, dunque, non si volerebbe su Gerona, Treviso, Milano, Francoforte, Saragozza, Charleroi, Dublino, Santander, Stoccolma, Liverpool, Eindhoven, Baden Baden, Valencia, Trapani, Alghero, Bruxelles, Cagliari, Dusseldorf.

Teniamo anche a mente che le compagnie maggiori, quelle che fanno pagare un consistente prezzo per il volo, non si appoggiano a scali minori, quindi l'ipotesi di voli Alitalia, Lufthansa, British, Meridiana e via discorrendo che partano e atterrino da Viterbo è altamente improbabile.

Dire quindi che l'aeroporto di Viterbo può fare a meno di Ryan Air è come dire che una famiglia può fare a meno di chi porta in casa il settanta per cento dello stipendio.

Ma perchè Ryan Air ce l'ha tanto con la nostra città? 

Permettetemi di parlare da passeggero dimenticando questioni di campanile: allo stato attuale delle cose non ha senso atterrare a Viterbo e se a me, passeggero straniero diretto a Roma, si chiedesse di atterrare a un'ora e mezza dalla mia destinazione allora sceglierei di atterrare a due ore e mezzo di distanza e se non altro vedere Napoli o Firenze.

Se io fossi il Ceo di Ryan Air farei ne' più ne meno quello che sta facendo O'Leary, ossia difenderei i miei voli su Ciampino con le unghie e con i denti, nell'interesse della compagnia che gestisco e dei passeggeri che movimento.

La verità che nessuno vuole sentirsi dire è che, oggi come oggi, non ha senso che un turista soggiorni nella nostra città per più di mezza giornata... a meno che l'aeroporto non apra il primo settembre e richiuda il quattro e fermo restando che i passeggeri siano interessati al campanile che cammina.

La sfida, come sottolinea giustamente Sassi nel suo corsivo, è che noi Viterbesi si riesca a trasformare Viterbo in una città nuova, con ricettività alberghiere di prima classe, un'offerta culturale eccellente, realtà termali valorizzate, un centro storico a misura d'uomo dove si possa passeggiare e mangiare all'aperto senza essere travolti dalle auto, con botteghe che offrano prodotti del territorio, un Corso Italia che non sia solo una boutique di abiti perpetua, navette che portino il turista a conoscere le meraviglie della Provincia e chi più ne ha più ne metta. 

Il che significa, per inciso, investire seriamente perché arrivi più prosperità nelle tasche di tutti i Viterbesi e non solo in quelle di chi avrà la fortuna di essere coinvolto nel progetto aeroportuale.

Se questo non dovesse avvenire, allora davvero l'aeroporto di Viterbo servirà solo come servaggio ai passeggeri diretti a Roma, i quali passando dalla nostra città perché costretti a farlo dalle scelte del ministero dei Trasporti bestemmieranno una città scollegata da tutto, distante dalla loro reale destinazione e di cui vedranno, forse, solo la rotonda dell' IperCoop dal torpedone.

E a noi viterbesi resterebbero solo da gestire tutti gli svantaggi che uno scalo low cost porta con sè, e nessuno dei vantaggi che un'occasione come questa potrebbe offrire in tema di sviluppo del territorio, con tanti sentiti ringraziamenti da parte degli abitanti di Ciampino cui è stata restituita un minimo di vivibilità a nostre spese.

Avremmo fatto dunque, vogliate perdonare l'elegante citazione, il classico guadagno di Maria Cazzetta.

Alfonso Antoniozzi

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