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Il cantante lirico
Alfonso Antoniozzi
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- Francamente non riesco a capire tutto il polverone che si sta sollevando sulla riapertura al traffico di via Marconi (mi rifiuto di usare la parola boulevard, siamo seri per piacere), ossia dell'unica arteria a scorrimento veloce esistente dentro le mura che colleghi la città all'unico parcheggio capiente che sia disponibile vicino al centro medievale.
Sono rimasto molto sorpreso quando l'amministrazione precedente decise di valorizzare la strada più insignificante che abbiamo all'interno delle mura cittadine, un po' come farebbe una famiglia che tenti disperatamente di accasare la parente rimasta zitella perché di scarsa avvenenza e senza alcuna personalità: sono altrettanto sorpreso che ora cì siano dei paladini che si battono per mantenerla isola pedonale.
Si tratta di una strada che, a parere mio, più velocemente si percorre meno la si guarda, prima la si dimentica e più ci guadagna, di nessun interesse architettonico e di nessun valore storico per la città, che resisterebbe eroicamente a qualsiasi tentativo di abbellimento a meno di voler abbattere a picconate i palazzi che la costeggiano.
E, visto che ci siamo, nella furia distruttiva includerei pure l'orrenda ala spezzata di Piazza dei Caduti.
Come sia possibile che in una città che dovrebbe ispirare ai cittadini che la abitano un senso del bello superiore alla media riescano a sorgere un po' ovunque monumenti di così rara e oggettiva bruttezza è cosa che davvero non riesco a spiegarmi... a meno che il sottile disegno degli artisti che li hanno realizzati non sia quello di farci ammirare le meraviglie del centro storico per contrappasso.
Considerazioni estetiche a parte, credo che riaprire al traffico via Marconi sia una soluzione eccellente per decongestionare piazza della Rocca, piazza San Faustino e tutte le vie limitrofe dal traffico che ha reso quelle zone costruite "a misura d'uomo" assolutamente invivibili.
Con la riapertura di via Marconi sarà possibile anche alleggerire dalle auto via San Lorenzo e via Cardinal La Fontaine, che ora servono come unica via d'uscita dalla città attraverso via e Porta San Pietro.
Battiamoci invece, e seriamente, per avere una scala mobile che colleghi il parcheggio del Sacrario al Colle dei Papi e per chiudere definitivamente al traffico le strade che portano a San Pellegrino, ossia perché l'isola pedonale che ora si ferma a via Roma possa essere prolungata fino a piazza San Lorenzo, anche in vista del tanto sospirato flusso turistico che la città si aspetta di accogliere con il nuovo aeroporto.
A meno che, ovviamente, lo slogan pensato per il nuovo scalo aeroportuale non sia: volate a Viterbo e provate l'esperienza di finire schiacciati da un'auto nel cuore di un centro medievale perfettamente conservato.
A proposito di aeroporto: vogliamo scommettere che lo chiameranno "Santa Rosa" o, in seconda battuta, "Aeroporto dei Papi"?
Così, tanto per mantenere un minimo di laicità ed essere originali.
Alfonso Antoniozzi
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