- Il direttore scientifico dell’Azienda di Sanità Pubblica (Asp-Lazio), Piero Borgia, ha oggi illustrato alla commissione Sanità, presieduta da Luigi Canali (Pd), i contenuti della nuova bozza di Piano sanitario regionale, alla luce delle osservazioni raccolte negli scorsi mesi attraverso le audizioni alla Pisana di sindacati, rappresentanti dei professionisti della sanità, università e associazioni.
Il Piano individua innanzitutto l’esigenza di un’evoluzione dei servizi sanitari, sia per quanto riguarda l’organizzazione della domanda e il controllo dell’offerta, sia per indirizzare i servizi verso l’integrazione e la multidisciplinarietà. Di conseguenza, l’impegno per l’eliminazione radicale di situazioni di assistenza che esprimono livelli di qualità inadeguati e per far fronte al disavanzo economico tramite modifiche virtuose della spesa sanitaria e più moderni ed efficienti modelli organizzativi.
Gli interventi più importanti di trasformazione dell’assistenza tesi all’evoluzione del sistema e, contemporaneamente, al recupero di efficienza sono: l’istituzione dei Presidi territoriali di prossimità (Ptp), strutture con funzioni assistenziali, intermedie tra il ricovero ospedaliero e le risposte assistenziali domiciliari; il potenziamento delle attività di specialistica ambulatoriale e l’integrazione di essa nella rete dei servizi territoriali; la promozione dell’uso appropriato del Day hospital e della Day surgery; l’introduzione del Week hospital; l’attivazione di reparti di Osservazione breve intensiva nella gestione delle emergenze-urgenze, che hanno lo scopo di garantire una maggiore appropriatezza dei ricoveri ospedalieri da pronto soccorso, tramite l’osservazione e l’accurata valutazione di pazienti instabili che spesso non hanno bisogno di ricovero.
Nuove regole anche per l’accreditamento e più spazio e responsabilità per i Medici di medicina generale e per gli infermieri. Quanto a quest’ultimi, avranno un ruolo di primo piano all’interno dei Ptp, potranno agire come “Infermieri di comunità” e lavorare presso ambulatori infermieristici omogeneamente dislocati sul territorio. Sarà, insomma, sempre più la Sanità ad andare dal cittadino, anziché viceversa.
Stando alla bozza del Piano, infatti: “la dilatazione della spesa sanitaria in questi anni è in parte dovuta ad un’eccessiva offerta di prestazioni, spesso inappropriate dal punto di vista clinico e/o organizzativo. Per superare questo problema si prevede di favorire la demedicalizzazione delle risposte a problemi di altra natura, tipicamente sociali, attraverso un’azione di advocacy per potenziare di riflesso le attività di assistenza sociale e, soprattutto, attivando meccanismi precisi e cogenti di integrazione sociosanitaria. Occorre quindi trasferire al territorio molte prestazioni e potenziare e riqualificare i servizi distrettuali e il sistema delle cure primarie; migliorare l’organizzazione, l’efficacia e il prestigio delle attività di assistenza nel territorio che consente di rispondere alle aspettative dei cittadini, riducendone disagio e disorientamento, e di garantire l’economicità del sistema”.
Il presidente Canali ha ringraziato pubblicamente il direttore Borgia “per il suo lavoro serio, responsabile e certosino, frutto di un costante dialogo con la Commissione e di conseguenza con tutte le realtà del Ssr”. Canali ha quindi ricordato come la Commissione stia rappresentando il luogo d’elezione per il confronto sui temi più caldi della politica sanitaria del Lazio. “Da lunedì torneremo a riunirci – ha annunciato – per produrre un parere motivato di accompagnamento a questa bozza di Piano. Un Piano che mi sento di condividere nei suoi principi, ma che va affiancato da una conseguente politica di investimenti e che dovrà a mio giudizio contenere anche il Piano di riordino della rete ospedaliera”.
Uno stralcio del piano che riguarda Viterbo
L’Asl di Viterbo, al termine della manovra di riconduzione della dotazione regionale dei posti letto agli standard nazionali, vedrà ridefinita la propria rete ospedaliera, attraverso un potenziamento del Dea di Belcolle che fungerà anche da centro di riferimento e coordinamento della rete per acuti dell’intera provincia e in particolare della gestione diretta del presidio di Montefiascone. Per il completamento dell’Ospedale Belcolle è stata prevista nell’accordo di programma terza fase l’acquisizione di tecnologie sanitarie per 7,5 milioni di euro.
Nell’ospedale di Ronciglione verrà predisposto un Ptp.
Per quanto riguarda l’area montana del territorio della Asl si veda quanto riportato per l’ospedale di Acquapendente nella parte specificamente dedicata agli ospedali delle aree montane.
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