Riceviamo e pubblichiamo - E’ grave che il bando di gara per il servizio recup, che la Regione aveva commissionato alla Lait e che era ormai in dirittura di arrivo, sia stato revocato con una procedura poco trasparente.
Infatti la decisione è stata presa da una giunta regionale riunita in seduta straordinaria e segreta, senza nessuna comunicazione ufficiale, neanche al consiglio regionale, che ha approvato una delibera portata fuori sacco che prevede la revoca della gara, la proroga sine die alla società capodarco, che oggi gestisce il recup, la internalizzazione del servizio e l’affidamento, senza un limite di tempo preciso e tassativo, ad una società in house della Regione.
La delibera è rimasta segretata per alcuni giorni e ad oggi non è ancora accessibile ai cittadini del Lazio. Tanto per dire della casa trasparente di Marrazzo.
La motivazione addotta per la revoca è uno studio della Kpmg che sostiene che la internalizzazione del servizio conviene perché fa risparmiare.
Peccato però che questo studio nessuno lo conosca e non è stato presentato né in giunta né fatto conoscere ai consiglieri regionali.
Continua dunque una gestione poco trasparente, per non dire ai limiti della legalità, sulla vicenda recup, dal momento che proprio un primo bando di gara fatto dalla Regione fu revocato nel 2006 perché il bando permetteva la partecipazione di una sola società: quella che attualmente gestisce il servizio.
Non solo, ma quando Montino sostiene la convenienza della internalizzazione perché non dice quanto costerà alla Regione la proroga dell’attuale servizio a capodarco, in quanto oggi la Regione paga una cifra superiore a quella prevista dalla gara, alla quale avevano già aderito numerose aziende anche di livello internazionale.
Quanto alla futura società di gestione è evidente che è Lazio-service, unica società in house interamente partecipata dalla Regione, che sta diventa tanto la vera Regione, perchè la giunta, probabilmente non conoscendo le nuove norme sulle spa, pensa di affidargli il servizio e assumere a chiamata diretta non solo l’attuale personale che lo gestisce ma anche altri.
Ovviamente questo significherebbe violare le attuali norme sulle società di servizio ma anche aggirare il blocco delle assunzioni in sanità.
Donato Robilotta
Capogruppo alla Regione Lazio di SR-PdL
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