Riceviamo e pubblichiamo - Chi pensa di bruciare i rifiuti nella centrale a carbone di Civitavecchia è un irresponsabile, a maggior ragione se è qualcuno che si è sempre opposto alla costruzione della centrale, ed ora per questioni di bottega invece non solo vi vuole bruciare il carbone ma anche i rifiuti del Lazio e della Campania.
Ben vengano le smentite del ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio, ma è bene ricordare che non è la prima volta che si parla della centrale per bruciare i rifiuti.
Nella relazione sul piano dei rifiuti che Marrazzo ha consegnato al consiglio regionale del Lazio c’è scritto non solo che, se non si raggiunge la soglia del 50-60% di raccolta differenziata, bisogna autorizzare nuove discariche, ma anche che il ministro dell’ambiente avrebbe preteso ed ottenuto la cancellazione di un impianto di termovalorizzazione per cui il cdr eccedente potrebbe anche essere bruciato in impianti di co-combustione, cioè nei cementifici, come quello di Guidonia, o nella centrale a carbone di Civitavecchia.
Il no a bruciare i rifiuti nella centrale a carbone di Civitavecchia deve essere forte e chiaro e deve venire anche dall’Enel.
Certo è assordante il silenzio di Marrazzo, Gasbarra, e di tutti i sindaci del comprensorio, che combattono contro la costruzione della centrale a carbone ma ora su questa vicenda non osano profferire parola.
Donato Robilotta
Socialisti Riformisti-Giovane Italia