Riceviamo e pubblichiamo - Non sono più tanto giovane e nello stesso tempo non “anziano” da poter dare lezioni di vita. Ma da buon cristiano, come ho desiderio di diventare, se dovessi scegliere sicuramente mi schiererei con le argomentazioni del giovane Luca.
Mi sembra di cogliere nelle parole del sociologo Mattioli un “finto” accoglimento solo iniziale e paternale delle tesi di Luca, tanto per non tarparne le ali troppo presto essendo lui diciottenne, per controbatterle successivamente quasi con veemenza, addirittura scomodando il marxismo, gli ornamenti florovivaistici, la iconoclastia ambientale, il Papa pauperista etc.
La prima impressione è che già nelle parole utilizzate si voglia creare ed ampliare il distacco generazionale e culturale, amplificando così anche la difficoltà di essere compreso.
Ma mi chiedo e chiedo a Mattioli: che significa che le piante erano solo ornamenti florovivaistici. Che tutte le piante, dunque, non spontaneamente sorte possano essere soppresse ed annientate ogni quando lo si voglia?
E quindi, così ragionando, un giorno, potremmo annientare anche Pratogiardino per il solo fatto che è un giardino non spontaneo?
Non capisco. Per me un albero è un albero.
Spontaneo, di vivaio, alto, basso, bello brutto, ma di cosa stiamo parlando?
Ma è nelle successive giustificazioni scelte per legittimare la Mercedes e soprattutto davanti all’affermazione “un papa lacero, pauperista, oggi – nella nostra cultura – sarebbe un perdente, il segno di una sconfitta inevitabile di fronte ad altri miti e ad altri poteri “, che veramente mi sono trovato spiazzato e sbigottito ed ho cominciato ad interrogarmi.
Cosa vuol dire la nostra cultura? Quali sono gli altri miti, gli altri poteri?
Ma come, io ho sempre pensato che Gesù fosse venuto non per combattere il “potere” dei Romani, ma per salvare la nostra anima, che chi si “umilia, sarà esaltato”, che gli ultimi saranno i primi, che la carità è al primo posto.
Ed oggi, invece, scopro, di nuovo, che la Chiesa per non essere perdente deve essere forte, ricca e potente per potersi imporre sugli altri miti e contro altri poteri?!
Ed in ultimo, quando ho letto l’affermazione “scimmiottare il Suo cruento sacrificio”, ho veramente avuto uno scatto di indignazione, e mi sono tornati, venuti in mente i tanti martiri cristiani che “avrebbero”, dunque, “scimmiottato” l’estremo sacrificio, a cominciare da Santo Stefano, a San Paolo, San Pietro, San Giovanni etc.
Non credo abbiano voluto “morire” spontaneamente, o scimmiottare il “folle” gesto di Gesù che è invece bellissimo, affascinante, sublime, irraggiungibile per la mente umana e Santo è colui che ne segue le orme.
Credo, invece, che si siano preoccupati molto più di testimoniare e divulgare la “buona notizia” affidando tutti loro stessi alla volontà del Signore andando così incontro al gesto più alto, definitivo, conclusivo ed allo stesso tempo risolutivo che è: “dare la propria vita per gli altri”.
Da qui nasce tutto il nostro essere cristiani. Che senza l’estremo sacrificio di Gesù, nulla sarebbe della nostra salvezza eterna.
Probabilmente la troppa attenzione ai falsi miti, al potere, al come ci poniamo, a che tutto esteriormente sia perfetto, bello da vedere, che tutto fili liscio, di bella “rappresentanza”, l’attaccamento alle cose materiali ed anche alla stessa vita umana, non ci fa più cogliere il senso vero della nostra esistenza e confonde l’avere dall’essere.
Credo questo volesse dire Luca, e se così è, io sono con lui.
Massimo Candy
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