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L'homepage del sito web dedicato alla visita del Papa a Viterbo |
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Riceviamo e pubblichiamo - Gentilissima redazione di Tusciaweb, vi scrivo per illustrare a voi e a tutti coloro che visitano il vostro sito una mia riflessione riguardo alla tanto attesa visita di papa Ratzinger a Viterbo.
Tutto è cominciato quando ho letto sul vostro sito che per motivi di sicurezza o di convenienza lavorativa erano stati abbattuti alcuni alberi a Valle Faul.
Ora al di là del fatto che tagliare un albero cresciuto in un giardino senza dar fastidio a nessuno sembra una cosa alquanto ingiusta e ingiustificabile, la mente mi ha riportato a un passo del Vangelo di Luca, più precisamente il cap.19 vv1-10, in cui Gesù di Nazaret fa visita alla città di Gerico, e a causa della grande folla che lo attendeva, Zaccheo, un pubblicano, decise di salire su un albero per poter scorgere il Cristo nonostante fosse un noto peccatore.
Ora io non ho potuto fare a meno di notare delle congruenze e delle incongruenze tra il racconto evangelico e quello che accadrà nella nostra amata cittadina.
Gesù era un gran predicatore e un'entità spirituale somma, per questo la gente lo seguiva in cerca di insegnamenti e di speranza (ma anche di meri miglioramenti terreni, che portano al rimprovero da parte di Gesù dopo il miracolo dei pani e dei pesci).
Nonostante questa sua capacità di attrarre le folle e questo suo potere spirituale Egli si muoveva a piedi, vestito d'umiltà, e se vedeva qualcuno così volenteroso di cambiare da arrampicarsi su un albero per poter scorgere la sua figura apprezzava il gesto più di ogni altra cosa, inducendo nell'episodio evangelico Zaccheo a un cambiamento radicale di vita temporale e ad un elevamento spirituale.
Mai ho letto di Gesù che organizza una visita in una città con cartelloni pubblicitari, con restrizioni alla vita pubblica, mai ho letto di Gesù che per la sua incolumità o per predicare meglio fa tagliare un filo d'erba, mai ho letto di Gesù che viaggia su una biga trainata da cavalli pregiati, scortato da una legione romana, mai ho letto di Gesù che veste anche solo parzialmente con abiti di qualità.
Questo non perché fosse totalmente distaccato dalla dimensione umana, egli era uomo come noi, ma perché la sua forza spirituale lo elevava al di là del desiderio di beni terreni.
E' quindi un'incongruenza ingiustificabile che il suo "degno rappresentante in Terra" abbia trasformato un giardino ben tenuto in un luogo adatto a ricevere spettacoli, che raggiunga la città in elicottero e poi anche all'interno della città si muova in una Mercedes, che venga scortato dalle forze dell'ordine, che la città rimanga blindata.
Insomma la notte in cui fu catturato Gesù era disarmato e intimò i suoi amici a deporre le armi, tanto teneva alla sua persona.
Il suo "degno rappresentante in Terra" vestirà di abiti che un povero operaio non può permettersi, che non vestono nemmeno i ragazzi del centro sociale a Castel d'Asso, che non vestono nemmeno i ragazzi di colore che chiedono l'elemosina al corso regalando bracciali e collane.
Oggi nessuno si arrampicherà sugli alberi a Valle Faul, per scorgere l'entità spirituale del pontefice, gli alberi non ci sono più.
Oggi il Pontefice non consolerà Alfio nel suo afoso container, né i poveracci nelle baracche.
Io sono solamente un ragazzo di quasi diciott'anni che non riece a vedere a più di due palmi dal suo naso, ma questa riflessione dopo una vita di domeniche a messa e di vangeli mi porta a chiedermi se non sia veramente giunta l'ora che più persone aprano gli occhi e si comincino a chiedere il perché delle cose, la loro giustificazione e la loro utilità.
Luca Mecozzi
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