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Tribunale - Davanti al Gup - Seduta rinviata al 18 aprile e al 9 maggio
Cev, udienza fiume
Viterbo - 8 febbraio 2011 - ore 18,15


Il sostituto procuratore Franco Pacifici
Il sostituto procuratore Paola Conti
- Udienza fiume, per la vicenda Cev.

I 38 indagati nella maxi-inchiesta per abuso d'ufficio ed emissione di fatture false sono rimasti in aula, davanti al gup, per oltre sei ore. Dalle 10 alle 17, tra una camera di consiglio e l'altra.

Il giudice Francesco Rigato, infatti, si è ritirato più volte per deliberare sulle numerose richieste avanzate dalle difese.

La prima ha riguardato la costituzione di parte civile di Claudio Londero, costretto, secondo i pm Paola Conti e Franco Pacifici, a emettere una fattura falsa per un'operazione inesistente da uno degli indagati, l'ingegnere Claudio Ciucciarelli. L'unico a dover rispondere del reato di concussione.

Secondo i legali, essendo Londero parte offesa per il reato di concussione, la costituzione di parte civile per i reati contestati agli altri indagati, come quello di associazione a delinquere, non era da considerarsi valida. Eccezione che il gup ha respinto.

L'altra richiesta degli avvocati era quella di non utilizzare nel dibattimento la sentenza della Corte dei conti a carico di 16 uomini dell'amministrazione Gabbianelli. La stessa che ha condannato l'ex sindaco e diversi ex assessori e dirigenti a un maxirisarcimento da tre milioni di euro al Comune, per i danni erariali emersi dall'indagine sul Cev.

A detta degli avvocati la sentenza della Corte dei conti era inutilizzabile perché non definitiva. Alla fine, comunque, il gup ha deciso di ammetterla tra le prove.

Altre eccezioni hanno riguardato le intercettazioni ambientali raccolte dalla Procura in fase di indagine. Intercettazioni che, secondo le difese, sarebbe stato opportuno far sbobinare e trascrivere da un perito. Il gup, però, ha rigettato la richiesta.

L'udienza, andata avanti fino alle 17, si è conclusa con un rinvio al 18 aprile e al 9 maggio, per la discussione.


L'inchiesta

Le indagini della Procura di Viterbo sono partite dal sequestro di una mole ingente di documenti da parte della guardia di finanza. Documenti nei quali le fiamme gialle riscontrarono alcune anomalie.

Tra queste, le cifre a molti zeri che il Comune avrebbe versato al Cev per l'esecuzione di alcuni servizi. O il pagamento di spese straordinarie da cui trarrebbero origine i debiti fuori bilancio dello stesso Comune viterbese.

Secondo i pubblici ministeri titolari del fascicolo, Paola Conti e Franco Pacifici, i servizi venivano affidati illecitamente, senza regolari gare a evidenza pubblica.

Le indagini si concentrano su un periodo che va dal 2002 al 2008. In parallelo con l'inchiesta aperta dalla procura regionale della Corte dei Conti, che recentemente ha condannato 16 uomini dell'amministrazione Gabbianelli a un maxirisarcimento da oltre tre milioni di euro.

Dal fascicolo Cev, inoltre, hanno preso avvio almeno altri due filoni di indagine. Quello su Massimo Scapigliati & Co., arrestato e poi scarcerato insieme ad altre sei persone, nell'ambito dell'operazione Dazio, per corruzione e concussione.

E quello sulla variante al piano regolatore per ospitare il futuro aeroporto viterbese. Un'inchiesta che travolse, tra gli altri, l'ex assessore Fabrizio Purchiaroni, che rassegnò le sue dimissioni.


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