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Cev - La sentenza della Corte dei conti - Amministratori e funzionari dovranno versare oltre tre milioni di euro nelle casse comunali
Gabbianelli & Co condannati a maxirisarcimento
Viterbo - 4 novembre 2010 - ore 2,45

L'ex sindaco Giancarlo Gabbianelli
- Un maxirisarcimento da oltre tre milioni di euro.

E' l'importo stellare che gli ex amministratori dell'era Gabbianelli dovranno versare nelle casse comunali.

Si chiude così l'inchiesta sul Cev aperta dalla procura regionale della Corte dei Conti. Con una sentenza di condanna per 16 uomini dell'amministrazione Gabbianelli (compreso l'ex sindaco), che dovranno rimborsare il Comune di Viterbo per i danni erariali emersi dalle indagini della Guardia di finanza. Danni che ammonterebbero a oltre 7 milioni.

La scure della Corte dei conti si è abbattuta su membri di giunta e dirigenti.

L'ex sindaco Giancarlo Gabbianelli dovrà versare, in base alla sentenza, 270mila 500 euro nelle casse comunali. La Corte è stata ancora più severa con Paolo Izzi, ex dirigente del settore Lavori pubblici, condannato a risarcire il Comune per 902mila euro.

A scendere, gli ex assessori Antonio Fracassini e Mauro Rotelli, che dovranno pagare 210mila 500 euro ciascuno. E poi: Giovanni Arena, Maurizio Tofani, Francesco Moltoni, Marco Maria Bracaglia, Roberto Leone (amministratore delegato del Cev), che devono, ognuno, al Comune 190mila 500 euro.

L'ex direttore generale di Palazzo dei Priori, Armando Balducci, dovrà pagare 120mila euro. 100mila sia Maurizio Guerrini (ex dirigente del settore finanziario), che Massimo Romolo Rossetti (dirigente degli Affari generali).

Condannati anche l'ex assessore al Decentramento Fosca Mauri Tasciotti (95mila euro), il dirigente Mario Rossi (69mila), il vicesindaco Paolo Muroni (20mila) e l'ex comandante della polizia municipale Alfredo Matteucci (15mila euro).

Cifre da capogiro che sono niente, se confrontate con gli oltre 7milioni e 300 mila euro chiesti dal sostituto procuratore generale Marco Smiroldo. Ma, malgrado lo sconto del collegio giudicante (Ivan De Musso, Adraina La Cava ed Enrico Torri), le accuse a carico di Gabbianelli & Co. erano e restano pesantissime.

La Corte dei conti li ha ritenuti colpevoli di aver affidato direttamente al Cev appalti e servizi. Dal verde pubblico all'illuminazione, passando per i servizi cimiteriali e di pulizia. Non solo.

Sono contestati anche i danni derivanti dalla capitalizzazione del Cev e dall'acquisto delle azioni della società. Un acquisto diseconomico, a detta della Corte dei Conti, visto il valore reale negativo delle azioni.

La condanna ai 16 amministratori è motivata anche dai danni da illecita gestione extracontabile di spese comunali. "Spese - si legge sulla sentenza - che avrebbero dovuto avere il riconoscimento di legittimità con atto del consiglio comunale".

La Corte dei conti conclude che i fatti "dimostrano come l’azione gestionale dell’amministrazione del Comune di Viterbo, in persona sia di chi rivestiva funzioni deliberanti che strettamente amministrative, sia stata caratterizzata non solo da una consapevole violazione di norme di legge, ma da disordine programmatico, arbitrarietà decisionale, sovrapposizioni ed elusioni di funzioni amministrative, disordine contabile, carenza documentale, ma soprattutto da una visione privatistica nell’utilizzazione delle risorse pubbliche ben lontana da quella condotta economicamente prudente e strettamente legata ai canoni di legalità ed efficienza che dovrebbero informare i comportamenti dei pubblici amministratori".


I fatti

Le indagini della guardia di finanza hanno preso avvio da un'ordinaria ispezione fiscale presso la società Cev (Centro energetico Viterbo Spa), a capitale misto, comunale e privato.

La sezione Tutela finanza pubblica del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Viterbo accertò irregolarità nelle attività gestionali, compiute tra il 2004 e il 2008 da amministratori e dirigenti del Comune di Viterbo riguardanti i rapporti con il Cev.

Tali irregolarità furono illustrate in un'articolata relazione datata 4 luglio 2008, girata alla Procura regionale della Corte dei conti per la Regione Lazio e alla Procura di Viterbo.

Per conto di quest'ultima, i pubblici ministeri Paola Conti e Franco Pacifici aprirono una maxi-inchiesta che vede tuttora coinvolte 38 persone, accusate di abuso d'ufficio e annotazione di fatture per operazioni inesistenti, ma anche associazione a delinquere (solo per 16 indagati).

Un mare magnum dal quale scaturirono almeno altri due filoni di indagine. Il primo è quello dell'operazione Dazio, conclusasi con l'arresto degli imprenditori Dario e Domenico Chiavarino e dell'ex caposervizio di Palazzo dei Priori Massimo Scapigliati. Il secondo riguarda la variante al piano regolatore necessaria a ospitare il futuro aeroporto. Un'inchiesta che travolse anche l'ex assessore Fabrizio Purchiaroni, che rassegnò le sue dimissioni.

La relazione della guardia di finanza, su richiesta della procura regionale Lazio della Corte dei conti, fu integrata da nuovi sviluppi investigativi, illustrati in una seconda relazione, datata 28 gennaio 2009.

Quattro le fattispecie di danno individuate dalle fiamme gialle:

- Danni da maggiori costi conseguenti alla violazione delle regole sulla concorrenza;

- Danni da illecita gestione extracontabile di spese comunali;

- Danni da diseconomico acquisto di azioni Cev da parte del Comune;

- Danni da diseconomica attività di capitalizzazione della Cev.

Le stesse per le quali la procura regionale ha inquisito i 16 amministratori, condannandoli al maxirisarcimento da 3 milioni di euro.


Gli importi nel dispositivo della sentenza della Corte dei conti

La Corte dei conti - Sezione Giurisdizionale per la Regione Lazio, definitivamente pronunciando, condanna i sottoindicati al pagamento a favore del Comune di Viterbo delle somme per ciascuno specificate, e precisamente:

- Paolo Izzi (ex dirigente ai Lavori pubblici), euro 902.000,00;

- Giancarlo Gabbianelli (ex sindaco), euro 270.500,00;

- Antonio Fracassini (ex assessore ai Lavori pubblici) e Mauro Rotelli (ex assessore ai Servizi sociali), ciascuno, euro 210.500,00;

- gli ex assessori Giovanni Maria Arena (Affari generali), Maurizio Tofani (Urbanistica), Francesco Moltoni (Ambiente), Marco Maria Bracaglia (Bilancio e società partecipate), Roberto Leone (ex amministratore delegato Cev), ciascuno, euro 190.500;

- Armando Balducci (ex direttore generale) euro 120.000;

- Maurizio Guerrini (ex dirigente del servizio finanziario), euro 100.000;

- Massimo Romolo Rossetti (dirigente agli Affari generali) euro 100.000;

- Fosca Mauri (ex assessore al Decentramento), euro 95.500;

- Mario Rossi (dirigente), euro 69.000;

- Paolo Muroni (all'epoca dei fatti assessore alla Cultura nonché vicesindaco), euro 20.000;

- Alfredo Matteucci (ex comandante della polizia municipale), euro 15.000.


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