Riceviamo e pubblichiamo - Non capisco la demonizzazione della proposta di Roma-Regione che fanno Cicchitto e i coordinatori provinciali del Pdl di area ex Fi in quanto questa riforma era l’obiettivo che perseguì la maggioranza che sosteneva la giunta Storace.
Il governo Berlusconi la fece sua e la inserì nella riforma della Costituzione del 2002, e dunque fu votata da tutti i parlamentari della Casa della libertà.
La riforma di Roma-Regione non passò solo perché il referendum non fu approvato dalla maggioranza degli elettori.
Ritengo sbagliato discutere di riforme istituzionali nell’ottica interna di partito.
Non debbo difendere nessuno ma la protesta delle province verso Roma è vecchia e a Frosinone nel programma di Antonello Iannarilli alle provinciali quella della Regione senza Roma era una delle proposte principali, strano che nessuno se sia accorto.
Così come è da tempo che la provincia di Latina ha aperto un contenzioso con Roma.
Allo stesso tempo da sempre si dice che Roma ha bisogno di poteri speciali per essere governata come le altri capitali europee, che sono tutte entità autonome.
E allora quale occasione migliore se parte la stagione delle riforme di riaprire il dibattito istituzionale di Roma Capitale inserendo la proposta di farne una Città-Regione, un ente cioè dotato del potere legislativo della Regione.
Questa sarebbe l’occasione da non perdere per andare dietro alle beghe o per l’incapacità del PdL locale di ragionare alla grande, altrimenti avranno avuto ragione Zingaretti e il PD che ci aspettano con la città metropolitana.
A Cicchitto una domanda: è possibile su questo argomento che interessa il futuro dei nostri cittadini discutere pacatamente in qualche sede di partito? E perché non lo si è fatto sino ad oggi?
Donato Robilotta
Consigliere regionale uscente dei Socialisti riformisti del Popolo della Libertà
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