Riceviamo e pubblichiamo - Io sono un federalista convito e credo che il Governo Berlusconi ha fatto bene ad approvare il federalismo fiscale perché altrimenti l’impalcatura federalista del Titolo V della Costituzione non avrebbe retto.
Il federalismo fiscale è la più grande rivoluzione di questi ultimi anni perché passando dal meccanismo della spesa storica, più spendi e male più finanziamenti avrai, ai costi standard si obbligherà la classe dirigente che amministra le Regioni e gli enti locali ad assumersi le sue responsabilità di fronte agli elettori perché non potrà più spendere e pensare di essere rimborsato a piè di lista.
Proprio questo è il problema: è pronta la classe politica che amministra in particolare il centro sud a questo cambiamento epocale?
Secondo i calcoli dei diversi organismi, dalla commissione ministeriale alla corte dei conti a diversi centro studi, una volta varato il decreto sui costi e fabbisogni standard sulla sanità ci sarà un risparmio complessivi tra i 2,5 e i 5,2 mld.
Per esempio la Regione Lazio per bene che vada avrà un finanziamento inferiore di almeno 1,6 mld, alcuni arrivano a dire anche -2,5 mld. Una cifra enorme che se sommata all’attuale disavanzo annuale pari a 1,6 mld porterebbe l’asticella del contenimento della spesa sanitaria a oltre i 3 mld all’anno.
Tutto questo da raggiungere entro 5 anni per evitare invece di aumentare la pressione fiscale o addirittura di non essere in grado di erogare più i servizi essenziali.
La classe politica del Lazio, sia di Governo che di opposizione, è pronta ad una riforma strutturale vera di lacrime e sangue che tagli la spesa se non di 3 di almeno 2 mld l’anno in questa legislatura?
Perché quando parliamo del modello Lombardo-Veneto o di quello Tosco-Emiliano, di questo parliamo e non di altro.
Donato Robilotta
Consigliere Regionale uscente dei Socialisti Riformisti del Popolo della Libertà
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