Alcuni dei materiali sequestrati dalla polizia a L.S., il giorno dell'arresto
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Raffaele Micillo, all'epoca questore di Viterbo, e l'attuale capo della squadra mobile Fabio Zampaglione
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Franco Pacifici, pm titolare dell'inchiesta insieme al collega Fabrizio Tucci
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Maria Rita Sermoneta, avvocato di una delle presunte vittime
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- Violenza sessuale, ascoltate le parti offese.
Sono tornate in aula ieri mattina le sei ragazze violentate, secondo l'accusa, da L.S., massaggiatore 64enne di Latina.
Tre delle presunte vittime degli abusi sono state ascoltate dal gup Salvatore Fanti, in sede di incidente probatorio, in un'aula 3 blindata ai curiosi e alla stampa.
L'esame si è svolto a porte chiuse proprio per evitare alle ragazze imbarazzi e condizionamenti. Ma non è stato comunque facile per loro tornare a raccontare quella storia dolorosa, che si trascina dal 2003, da quando, cioè, le protagoniste della vicenda erano poco più che bambine: tutte minorenni. Due di loro, addirittura, non avevano ancora compiuto 15 anni.
All'epoca, L.S. conviveva con la madre di due delle presunte vittime degli abusi. Massaggiatore ed ex bidello in una scuola di Sutri, si sarebbe spacciato per mago e pranoterapeuta, sia con le figlie della sua donna che con le loro amiche.
Alle sei ragazze, come raccontato in aula da alcune di loro, tra lacrime e sospiri, L.S. avrebbe fatto credere di "avere il potere" di farle diventare più magre, più alte, più belle, di guarirle dalle malattie e "ricaricarle di energia". Il tutto, come si legge nel capo di imputazione, con abbracci, baci, palpeggiamenti nelle parti intime e, in due casi, rapporti sessuali completi.
I vari episodi sarebbero avvenuti nello studio di L.S., durante le sedute di massaggi e trattamenti ai quali le ragazze si sottoponevano.
Inoltre, secondo l'accusa (rappresentata in un primo momento dal pm Laura Centofanti, ora dai pm Fabrizio Tucci e Franco Pacifici) almeno una delle presunte vittime sarebbe stata minacciata da L.S.: avrebbe fatto morire la madre, se la giovane avesse raccontato cosa succedeva nel suo studio.
Il pranoterapeuta, arrestato dalla squadra mobile il 4 giugno 2008 e successivamente scarcerato, ha sempre ribadito la sua estraneità alle accuse. Ad assisterlo, in aula, i legali Carlo Urani e Giosuè Bruno Naso, che hanno cercato, soprattutto, di sottolineare alcune contraddizioni nei racconti delle ragazze.
L'udienza si è protratta per oltre cinque ore. Il tempo necessario per sentire, una ad una, le prime tre ragazze e "cristallizzare" la loro versione dei fatti.
La seduta è ora aggiornata al 27 aprile, per continuare l'incidente probatorio con l'ascolto delle altre tre.
Tribunale - Il 28 febbraio saranno ascoltate in aula le sei ragazze
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