Riceviamo e pubblichiamo
- Sulla vicenda del quarto impianto di termovalorizzazione ad Albano Marrazzo non fugga più e venga in Consiglio a dire cosa sta succedendo, perché la causa principale del pasticcio combinato dalla giunta è colpa sua che, per non litigare con i Verdi, ha gestito la questione di nascosto e non alla luce del sole.
E’ grave che I Verdi e la Sinistra arcobaleno abbiano utilizzato l’assessorato all’ambiente, attraverso lo strumento della valutazione di impatto ambientale, per cercare di bloccare la costruzione del quarto impianto Ama-privati ad Albano, necessario invece, insieme alla costruzione almeno di un altro impianto a Latina ed uno a Viterbo, ad evitare al Lazio l’emergenza rifiuti della Campania.
Anche se Marrazzo ha sospeso il provvedimento di bocciatura della Via e spostate le funzioni in capo al Capo Dipartimento, tutto questo brutto pasticcio ha impedito a Bersani di firmare il decreto per il riconoscimento dei finanziamenti Cip6 all’impianto di Albano, in deroga alla norma Pecoraro Scanio-De Petris.
Toccherà al Governo Berlusconi riparare a questo scempio e reintrodurre i cip6 a partire dall’impianto di Albano, altrimenti non si costruirà nessun impianto.
Sul quarto impianto Ama e sulla necessità di costruire i termovalorizzatori per chiudere il ciclo dei rifiuti ormai c’è una larga maggioranza trasversale dell’intero sistema politico. Il Popolo della Libertà l’ha inserito nel programma elettorale di Alemanno e Antoniozzi, Ciocchetti dell’Udc lo dichiara tutti i giorni, ed ora anche nel Pd, nonostante i silenzi imbarazzanti di Rutelli e Zingaretti, al sempre favorevole Di Carlo si sono aggiunti di uomini di peso come il vice Presidente della giunta, Esterino Montino, e Michele Meta.
Per questo rilancio con forza un patto bipartisan sui rifiuti, sulla necessità di costruire gli impianti necessari per evitare al Lazio la vergogna della Campania.
Alemanno e Antoniozzi da una parte, Rutelli e Zingaretti dall’altra, lo sottoscrivano pubblicamente davanti agli elettori in campagna elettorale, in maniera tale da trasformarlo in atti amministrativi concreti al di là di chi vince le elezioni.
Donato Robilotta