- La legge sulla razionalizzazione degli enti regionali è stata approvata dal Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Guido Milana e dal vicepresidente Carlo Lucherini (PD): 49 consiglieri presenti, 37 favorevoli, 11 contrari, un astenuto.
La proposta di legge della Giunta, concernente “Norme generali relative alle agenzie regionali istituite ai sensi dell’articolo 54 dello Statuto”, intende dare attuazione a una nuova forma di organizzazione delle attività istituzionali, trasformando parte degli enti della Regione Lazio con organi collegiali di vertice propri - in “agenzie regionali”, unità amministrative caratterizzate dall’assegnazione di risorse organizzative ed economiche con direzione e responsabilità autonome.
Il relatore di minoranza Roberto Alagna (Lista civica per il Lazio) ha rilanciato e riproposto sotto forma di emendamenti la sostanza della sua proposta di legge in materia. “Siamo in presenza di un sistema inefficiente e costoso per i cittadini che ha delle caratteristiche inquietanti ha detto Alagna - e che necessita di un ridimensionamento drastico”.
“Prendiamo decisioni forti su alcuni enti che vengono trasformati in agenzie ha replicato l’assessore agli affari istituzionali ed enti locali, Daniele Fichera (PD) - la Regione dimezza il numero dei propri enti esterni: su tredici ne vengono sciolti sette”.
Numerosi gli emendamenti tesi a un’ulteriore riduzione dei costi delle nuove agenzie regionali. Scomparsa la previsione dei revisori contabili, è rimasta la possibilità, fortemente osteggiata dalle opposizioni, di nominare un direttore dell’agenzia ricorrendo a figure esterne all’amministrazione.
Secondo il capogruppo di AN, Antonio Cicchetti, “l’art. 5 consente una serie di operazioni clientelari che sarebbe invece necessario vietare per una questione di risparmio e di valorizzazione delle professionalità interne”.
“La contaminazione delle esperienze professionali tra pubblica amministrazione e mondi esterni è un valore positivo ha replicato Fichera - Certo, non bisogna abusarne, ma è un arricchimento per l’amministrazione”.
Al vertice di ogni agenzia dunque sarà preposto un direttore, nominato dalla Giunta, scelto tra il personale dirigente regionale ovvero tra esperti e professionisti esterni in possesso dei requisiti previsti nelle singole leggi istitutive.
In fase di prima applicazione, la nuova normativa prevede la conferma, quali enti pubblici dipendenti dalla Regione, ai sensi dell’articolo 55 dello Statuto di Arsial (sviluppo agricoltura), Arpa (protezione ambientale), Laziodisu (diritto agli studi universitari), Asp (Agenzia di sanità pubblica), Agenzia regionale per i trapianti e le patologie connesse del Lazio, Aremol (mobilità), e degli enti di gestione delle aree naturali protette.
Sono invece trasformati da enti pubblici in agenzie regionali ai sensi dell’art. 54 dello Statuto: l’Agenzia Lazio lavoro, l’Ardis (difesa del suolo), l’Arp (Agenzia regionale per i parchi), l’Agensport e l’Ente regionale per la comunicazione “Istituto Montecelio”. E’ prevista l’estinzione dell’IRVIT (Istituto regionale per le ville tuscolane), le cui funzioni dovranno essere trasferite a un ente privato di nuova costituzione a partecipazione regionale.
Il ‘Consorzio polifunzionale Pegaso’, quale ente strumentale di Adisu, verrà estinto in sede di adeguamento della legge regionale istitutiva di Laziodisu. L’articolato prevede anche la riorganizzazione dell’Istituto di studi giuridici Carlo Iemolo che dovrà avvenire con successiva separata legge.
Le risorse umane, patrimoniali, finanziarie e strumentali degli enti pubblici trasformati in agenzie sono trasferite alla regione. Il rapporto di lavoro del personale di ruolo degli enti trasformati in agenzie non subisce interruzioni e il personale stesso conserva nella Regione la posizione giuridica ed economica in godimento all’atto di trasferimento.