Viterbo 28 maggio 2005 - ore 0,20 - Senza Filtro -In riferimento al disastroso crollo avvenuto nei giorni scorsi presso il Museo civico di Viterbo, credo sia utile ricordare alcune iniziative frutto della mia personale esperienza, ma anche di tutta lAmministrazione Provinciale, che possono divenire utili nellazione degli enti locali.
E del tutto evidente che una nazione come la nostra, che da sola possiede sul proprio territorio la maggior parte del patrimonio storico artistico esistente oggi sullintero pianeta, debba porsi il problema della tutela e conservazione di questa immensa ricchezza.
La mancata programmazione degli interventi di restauro del sistema Italia ha spesso costretto le amministrazioni pubbliche ad intervenire in piena emergenza, nel tentativo di recuperare ritardi e danni ormai ingenti, con costi economici e tecnici esorbitanti per le casse pubbliche.
In ciò la pur proficua attività delle sovrintendenze non ha potuto da sola porre freno a processi disgregativi che sono inesorabili con il passar del tempo.
Non casualmente in questi anni abbiamo sviluppato presso lassessorato cultura della Provincia di Viterbo un programma comunitario interreg III, in collaborazione con la Regione Lazio e alcune regioni europee, per la realizzazione di una mappa del rischio che possa monitorare continuativamente, e quindi programmare, tutta una serie di interventi di tutela prima del definitivo rischio crolli.
Un progetto che ci faccia uscire dalla logica dellemergenza e dei finanziamenti tardivi e sicuramente insufficienti per aderire a una più incisiva attività programmatoria sul territorio.
Un programma europeo di finanziamento, quindi, che oltre a preservare il nostro patrimonio avrebbe effetti positivi a livello occupazionale con la creazione di posti di lavoro stabili per i tanti laureati della tuscia; un progetto peraltro già avviato nella sua fase sperimentale con una prima zona di osservazione a Tuscania.
Il progetto nella sua interezza, prevede la collaborazione fra Provincia di Viterbo, Regione Lazio, enti locali e la facoltà dei beni culturali dellUniversità della Tuscia per la creazione di un gruppo di lavoro che proceda prima alla catalogazione informatica con apposite schede delle nostre strutture e quindi alla definizione di precisi tempi di intervento di recupero.
Da qui perciò lesortazione alla Provincia e alla Regione Lazio da un lato a non abbandonare questo progetto, accelerando semmai liter di approvazione che ormai vede impegnato questo territorio da alcuni anni, e dallaltro ad inserire sin da subito anche gli stabili e i monumenti di Viterbo allinterno della fase sperimentale della mappa del rischio.
Credo che tutto ciò possa rappresentare lunica vera via di uscita stabile di un problema che altrimenti diverrebbe insolubile, qualunque cifra si decidesse di mettere a disposizione.
Cordialmente
Il Consigliere Provinciale
Giovanni Maria Santucci