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Risveglio d'Europa |
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- “E' stato un vero e proprio strupro”.
Alessio Paternesi, autore della statua Risveglio d'Europa, è ancora sconcertato per il furto della sua opera.
“Sono allibito – racconta –. Quell'opera non è solo mia, è dei viterbesi. Un'opera d'arte non ha nome e non ha padrone. Ecco perché l'ho definito un stupro. Questa è la sensazione che mi è uscita dall'anima appena ho avuto la notizia del furto”.
Un furto del quale, tra l'altro, il maestro è venuto a conoscenza per pure caso. “In realtà è come se non lo avessi ancora saputo – dice Paternesi -. Perché per caso stavo passeggiando al Sacrario, dove sono ormai quasi finiti i lavori della nuova piazza che sarà inagurata sabato alla presenza del Governatore del Lazio Renata Polverini, e non vedendo la mia opera mi sono preoccupato e ho cercato qualcuno che ne sapesse qualcosa”.
Risveglio d'Europa, infatti, era già stata posizionata al Sacrario, nella piccola area verde ai piedi di via Ascenzi, ma momentaneamente era stata tolta per permettere i lavori di rifacimento del giardinetto che diventerà la nuova piazza dell'Unità d'Italia.
“Il progetto – continua Paternesi – portato avanti magistralmente dall'archietetto del Comune, Gai, stava volgendo al termine e io mi sono insospettito perché ho visto fiori e aiuole pronte, ma nessuna traccia della scultura”.
A quel punto il maestro, dopo una telefonata a un conoscente, è riuscito a scoprire la verità. “La statua è stata rubata – racconta Paternesi -. Una notizia che mi ha scosso molto. Non solo per il danno fatto a me, ma alla comunità intera alla quale era dedicata”.
Ma come nasce Risveglio d'Europa? “L'opera – prosegue – nacque su invito di tre eruoparlamentari guidati da Aldo De Matteo per una mostra che dovevo allestire a Strasburgo. Con questa scultura volevo esprimere il mio significato della nascita dell'Europa unita. Un discorso che spesso fanno gli economisti e che invece volevo affrontare da un punto di vista culturale. L'unione europea, per me, è prima un'unione di cultura. Un risveglio di una cultura che troppo spesso è “invasa” dall'americanismo”.
Dall'Europa a Viterbo il passo è stato breve. “Alla presentazione del libro-catalogo nel quale erano contenute le immagini dell'opera che si tenne nella sala Regia del Comune – ricorda Paternesi – Alberto Ciorba, presidente degli “Amici dei monumenti” si alzò in piedi e propose di portarne una copia a Viterbo. Così, grazie alla disponibilità dell'allora sindaco Giuseppe Fioroni, l'opera venne fusa e data al Comune”.
Il valore dell'opera, secondo l'artista, si aggira intorno ai 240 mila euro. Un furto, quindi, di una certa consistenza. Cosa direbbe quindi Paternesi ai ladri? “Complimenti per la loro qualità intellettuale – dice con amarezza Paternesi – perché comunque hanno riconosciuto il valore della statua”.
Infine un appello al sindaco di Viterbo. “Vorrei che non ci fosse omertà su questi fatti – conclude – perché sentiamo molto spesso parlare di danni alle opere antiche in città come Roma o Milano, e poi quando capita un furto del genere a Viterbo non si dice niente. Il fatto è grave, gravissimo e non va sottovalutato”.
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