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Il falco e le poiane avvelenati
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Riceviamo e pubblichiamo - E' con grande dispiacere che scriviamo questa breve nota, perché mai avremmo voluto essere trascinati in quest'inutile polemica, ma sentiamo il dovere di farlo per difendere la deontologia professionale e l'onestà intellettule di tutti gli operatori della Polizia provinciale gravemente lese dalle dichiarazioni del direttore della riserva naturale "Selva del Lamone", pubblicate sulle colonne di tutti i giornali locali e riguardanti il ritrovamento di bocconi avvelenati nelle campagne di Valentano.
Il nostro comunicato stampa, diffuso per informare l'opinione pubblica e sensibilizzarla nei confronti di unapratica eticamente deplorevole, si atteneva scrupolosamente ai fatti mettendo in risalto il lavoro svolto dal personale della riserva naturale senza per altro accennare mai al fatto che l'illecito fosse stato commesso all'interno dell'area protetta, come affermato dal direttore.
Per questi motivi le argomentazioni di Mantero appaiono pretestuose, alimentate soltanto da velleità polemiche e non da reali desideri di verità.
Per concludere, riteniamo che il protagonismo mediatico e la volontà propagandistica dimostrata dai vertici della riserva naturale sia foriera soltanto di tensioni fra organi istituzionali che dovrebbero avere come scopo primario l'attività quotidiana a tutela dei cittadini e non la polemica strumentale per elemosinare meriti ed appuntarsi medaglie al petto.
Il nucleo venatorio della polizia provinciale
Il direttore della riserva naturale precisa
"I rapaci morti non erano nella selva del Lamone"
Viterbo - 22 aprile 2011 - ore 16,30
La Polizia provinciale ha rinvenuto le carcasse dei rapaci e i resti di bocconi avvelenati nella riserva del Lamone
Trovati morti due poiane e un falco
Viterbo - 19 aprile 2011 - ore 14,00
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