- Un'altra pensione di invalidità che non arriva. E stavolta il ritardo non è di sei mesi, ma di sei anni.
E' quello che è successo a Giulio (nome di fantasia), ragazzino viterbese di 13 anni, nato con un rene solo.
Fino a sei anni fa era riconosciuto come invalido civile e riceveva regolarmente una indennità di frequenza di circa 250 euro mensili. Soldi che, secondo qualcuno, ad oggi, non gli spettano più, malgrado la patologia di cui soffre sia rimasta invariata.
I problemi di Giulio sono iniziati quando era ancora nella pancia della mamma. Una stenosi uretrale (l'ostruzione del canale dell'uretra) gli ha mandato il rene in necrosi, provocando la morte delle cellule e l'indebolimento dell'organo, diventato, praticamente, inutilizzabile.
Nato di sette mesi, i medici non hanno potuto operarlo subito. Hanno dovuto aspettare che Giulio crescesse un po', altrimenti non avrebbe retto all'intervento.
Quando ha raggiunto i 3,8 kg di peso, Giulio ha affrontato la sua prima operazione chirurgica. Quella che avrebbe dovuto salvargli il rene e che, invece, non è andata a buon fine.
L'estremo tentativo è stato fatto qualche mese dopo, ma neppure questo è servito.
Alla fine, Giulio è stato riconosciuto invalido civile, ha preso la sua pensione e, ogni cinque anni si è dovuto sottoporre a una visita di controllo per accertare che avesse ancora bisogno della sua indennità. L'ultima ha dato parere negativo. Eppure la situazione di Giulio non è cambiata neppure di una virgola. Nessuno, in questi anni, gli ha restituito il suo rene.
Anzi. Crescendo, dubbi e complessi sono aumentati. Soprattutto perché sul suo corpo ancora esile di adolescente i segni delle operazioni sono rimasti. Tagli lunghissimi che Giulio, ogni tanto, si incanta a guardare, mentre si spoglia davanti allo specchio.
Quei 250 euro al mese non cancellano le sue cicatrici, né risolvono i suoi problemi di salute. Ma possono aiutare la famiglia di Giulio a sostenere le spese che una patologia come la sua comporta: medicinali, visite specialistiche, controlli. Possono farlo felice quando, proprio con quei soldi, i genitori gli comprano un regalo o cercano di accontentarlo in quello che chiede.
E' una cifra irrisoria, che però non si può non pensare che gli spetta di diritto, perché Giulio vive ancora con un rene in meno. Esattamente come sei anni fa, quando la sua pensione di invalidità gli è stata tolta.
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