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Processo Gradoli - La deposizione di Ala, interrotta dallo scontro sugli sms
Sesso con Paolo anche nella casa di Tatiana
Viterbo - 19 febbraio 2011 - ore 1,30


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Ala Ceoban in aula
Ha la voce ferma, lo sguardo vispo e un'aria serena.

Ala, accusata del duplice omicidio della sorella e della nipote, siede in aula per rispondere alle domande del pm Petroselli sulla relazione con Paolo Esposito.

E' tranquilla e senza battere ciglio racconta la sua versione dei fatti ripercorrendo gli avvenimenti principali dall'aprile del 2003, mese in cui è arrivata in Italia, a Gradoli, nella casa di via Cannicelle dove abitavano sua sorella Tatiana e Paolo Esposito, fino al 2009.

“Mi sono trasferita - afferma Ala - da loro per aiutarli dopo la nascita della piccola. Avevo 18 anni all'epoca”.

Ma Petroselli insiste. Non gli basta sapere cosa fosse venuta a fare in Italia. Il pm vuole soffermarsi sui suoi rapporti con Paolo.

Avevamo rapporti normali, di amicizia – racconta Ala senza mostrare agitazione -. Ho abitato con loro tre o quattro mesi, poi mi sono trasferita a Grosseto per lavoro. Sono tornata nuovamente nel 2004 e sono rimasta per circa un anno, ma non avevamo alcuna relazione”.

E allora la relazione quando è iniziata, incalza il pm? Ala ha gli occhi di ghiaccio. E' decisa, fredda. “Nel 2006 – racconta – quando io abitavo a Bologna per lavoro. Ci sentivamo per telefono e io cercavo di accumulare i giorni liberi per venire a Gradoli”.

Nel 2006, quindi, sarebbe iniziato il rapporto tra i due. Un rapporto, precisa l'imputata, che in principio era solo sessuale, senza alcun coinvolgimento sentimentale. Poi però le cose sarebbero cambiate.

“Ci spieghi cosa è cambiato” chiede insistente il pm.

Lo sguardo di Ala cambia. Sembra perdersi un attimo nel vuoto. La sua mente, probabilmente, ripercorre in un flash quel periodo, cercando il modo in cui spiegare alla corte cosa è cambiato. “E' nato un sentimento – dice Ala –. Non era più solo sesso”.

Poi una domanda insidiosa.

Il Pm Petroselli: "I rapporti sessuali dove avvenivano? Anche nell'abitazione di Esposito?".

Ala risponde un po' imbarazzata: "Anche...".

Continua il racconto.

“La nostra relazione da quel momento non è mai finita. E' continuata fino al 2009 quando c'è stata una pausa...”. La frase rimane un attimo in sospeso, poi Ala, quasi sorridendo aggiunge: "Una pausa di riflessione... in carcere”.

Niente, sembra comunque turbarla particolarmente. Con un italiano quasi perfetto, tradito appena dall'accento dell'est, continua a non battere ciglio. Il punto “critico”, quello in cui ha confessato di essersi innamorata di Paolo, è passato e lo sguardo torna sereno.

Ma non è ancora tutto. La strategia di Petroselli è quella di far ammettere ad Ala che ci fosse un'intenzione chiara di far fuori Tatiana ed Elena, almeno di allontanarle da Gradoli. In pratica, vuole individuare il movente del duplice omicidio.

Così, come se stesse tirando fuori l'asso nella manica, il pm inizia a leggere gli sms che Paolo e Ala si scambiarono nel 2007. Messaggi che per l'accusa parlano chiaro. Messaggi nei quali i due amanti chiamano Tatiana “stronza” e discutono di come liberarsene e di come poter riuscire, finalmente, a vivere insieme.

“Non avevamo progetti di vita comune – aveva detto Ala qualche istante prima -. Come avrei potuto pensare di vivere con Paolo che aveva un figlio da mia sorella? La vicenda dell'affidamento della figlia era già iniziata, ma non certo per colpa mia. Io non ho mai fatto pressioni su di lui”.

Eppure nei messaggi pare che lei stessa chiedesse all'uomo quando avrebbe potuto trasferirsi senza problemi a Gradoli per prendere il posto della sorella. Sms che secondo il pm sono stati inviati da Ala a Paolo nel 2007.

L'espressione di Ala cambia drasticamente in pochi secondi. E' da quel momento che la sua fermezza inizia a vacillare. Se prima era calma, ora ha un'aria interdetta, stupita. Non sa cosa dire. E' nervosa e balbetta. “Non posso ricordarmi cosa ho scritto in un messaggio di quasi quattro anni fa” dice.

L'udienza viene sospesa perché i legali della difesa affermano di non aver potuto accedere ai contenuti di quegli sms.

Ala continua a guardarsi intorno, lancia un'occhiata agli avvocati e, forse, anche a Paolo Esposito che ha assistito alla sua deposizione. Si decide di sospendere e la ragazza lascia la sedia dei testimoni per tornare a sedersi accanto ai suoi avvocati.


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