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Processo Gradoli - I messaggi tra Paolo e Ala letti in aula dal pm
"La stronza se ne deve andare"
Viterbo - 18 febbraio 2011 - ore 19,30


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Madre e figlia scomparse
Dossier Gradoli


L'imputata Ala Ceoban ascoltata in aula

L'imputato Paolo Esposito

Ala con i suoi avvovcati, Piefrancesco Bruno e Fabrizio Berna

Esposito con i suoi avvocati, Enrico Valentini e Mario Rosati

Il pm Renzo Petroselli

L'avvocato di parte civile Luigi Sini

L'avvocato di parte civile Claudia Polacchi
"Ma quando tu mandi via la stronza io devo venire subito a Gradoli?". "Potresti, ma è meglio aspettare". "Così i tuoi si potranno abituare all'idea che vengo a stare da te". "Quello si supera. Il problema più grosso è la stronza".

Sarebbe questo il contenuto di una conversazione via sms tra Paolo Esposito e Ala Ceoban. "La stronza" in questione, secondo l'accusa, è Tatiana Ceoban, la donna scomparsa da Gradoli con la figlia Elena il 30 maggio 2009. Un soggetto ricorrente negli oltre 11mila messaggini che Ala e Paolo si sarebbero inviati tra l'estate e l'autunno del 2007, per lo più in notturna.

Il pm Renzo Petroselli ha letto qualcuno di questi messaggi in aula, questa mattina. E così, quella che doveva essere un'udienza interamente dedicata all'ascolto degli imputati si è trasformata in un lungo dibattito sugli sms dei due amanti.

Ala ha appena fatto in tempo a sedersi davanti alla Corte e a ripercorrere un po' della sua storia. L'arrivo in Italia nell'aprile 2003. I mesi trascorsi nella villetta di via Cannicelle, con Paolo, Tatiana e la loro bimba, che all'epoca aveva tre mesi.

Poi, la storia d'amore con Paolo, iniziata a febbraio 2006, quando Ala si era già trasferita a Bologna per lavoro. Un sentimento cresciuto nel tempo ma vissuto alla giornata, ha detto Ala. Senza fare progetti per il futuro. Senza mettere Paolo alle strette. Senza imporgli una separazione da Tatiana.

Ma tutto questo all'accusa non risulta. Ed è a quel punto che, per confutare le affermazioni di Ala, il pm tira fuori gli sms e inizia a leggerne alcuni.

Ala: "Ma tu hai capito che la stronza se ne deve andare? Dici sempre che se ne andrà ma di preciso niente...".
Esposito: "La bionda - ndr. che secondo l'accusa è l'avvocato Oriana Catalucci, assunta da Esposito per ottenere l'affidamento della figlia nel 2007 - ha detto che tra un po' c'è la sentenza...".
Ala: "Quello che succede alla stronza non mi importa. Ma Elena?"
Esposito: "Anche Elena deve andare!".

Messaggi che, per l'accusa, confermano inequivocabilmente il movente del duplice omicidio: disfarsi di Tatiana ed Elena per vivere, senza alcun intralcio, la loro storia d'amore.

Ala impallidisce. Il numero dal quale provengono gli sms è il suo. Forse in preda al nervosismo, confonde le date. Pensa che i messaggi che le contesta il pm siano del 2006, allora cerca di correre ai ripari: "Quel numero ho iniziato a usarlo solo nel 2007", sottolinea, credendo di essersi tratta d'impaccio. E invece non fa che confermare i dati dell'accusa: i messaggi sono del 2007 e vanno, precisamente, dall'11 giugno al 6 ottobre. Ala tenta un'altra strada, quella del "Non lo so, non mi ricordo. E' passato troppo tempo...".

I legali della difesa cadono dalle nuvole. E, in pochi minuti, l'atmosfera si surriscalda. "Non abbiamo mai letto quei messaggi" fa presente l'avvocato Piefrancesco Bruno. "Eppure sono agli atti da gennaio dell'anno scorso - obiettano il pm e i legali di parte civile -. Sono files che il perito informatico Giampieri ha estratto dal computer di Esposito e salvato su un disco". "Ma quei files non si aprivano", replica la difesa. Il pm vorrebbe andare avanti. Vorrebbe leggere altri messaggi, ancora più pesanti. Come quelli in cui si parla di "scopare davanti alla stronza per farle prendere un infarto". Ma lo scontro in aula si fa sempre più acceso e la seduta è sospesa.

Alla fine, dopo lo stop al racconto di Ala e due ritiri in camera di consiglio, la Corte decide: gli sms saranno stampati dal perito Claudio Ardenti e consegnati alle difese nel pomeriggio.

Di quei messaggi si tornerà a parlare all'udienza di domattina, che inizierà un'ora più tardi, per consentire agli imputati di consultare i messaggi con i loro legali. Dopodiché, alle 10, Ala Ceoban si siederà di nuovo di fronte alla giuria popolare, per riprendere il suo racconto da dove lo aveva lasciato.

Lunedì mattina, invece, prenderanno il via i nuovi accertamenti disposti dai giudici. Sulla cartellina gialla in camera di Elena e sui pezzi di intonaco della cucina di Esposito, infatti, sono state trovate delle macchie rosse, che la Corte ha deciso di far analizzare da un perito. Ad occuparsene sarà la dottoressa Elisabetta Mei, della polizia scientifica, già nominata per l'analisi delle tracce sul pick-up.


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