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E' andata avanti per tutta la mattina l'udienza preliminare per Paolo Esposito e Ala Ceoban.
I due ex amanti, accusati di aver ucciso Tatiana Ceoban e la figlia Elena, sono tornati nuovamente in tribunale questa mattina, insieme ai loro legali, Pierfrancesco Bruno e Fabrizio Berna per Ala e Mario Rosati ed Enrico Valentini per Paolo.
Con loro, anche gli avvocati delle parti civili, Luigi Sini per la madre di Ala e Tatiana Elena Nekitor, e Claudia Polacchi per il sindaco di Gradoli Luigi Buzi, costituitosi parte civile a nome della figlia di Paolo.
Un'udienza blindata, quella di stamane. Tenutasi a porte chiuse in camera di consiglio e "monopolizzata" dal pm Renzo Petroselli. La sua ricostruzione è andata avanti per due ore, dall'inizio dell'udienza fino alla pausa delle 11,30.
"Petroselli ha presentato la sua ipotesi accusatoria - ha spiegato l'avvocato Bruno, all'uscita -. Non ha esitato a rivolgersi tanto a Esposito quanto ai suoi genitori chiamandoli "signori", ma precisando che il termine era ironico. Una durezza che, forse, serviva a provocare una qualche reazione in Esposito".
L'accusa, in ogni caso, sostiene l'ipotesi dell'omicidio premeditato. Una conclusione alla quale il pm, a detta degli avvocati, sembra arrivato quasi per esclusione.
"Di omicidio d'impeto non si può parlare - afferma l'avvocato Bruno -. Non sono state trovate tracce di sangue sufficienti a giustificare una mattanza. L'unica alternativa è che Elena e Tatiana se ne siano andate da Gradoli. Ma i passaporti sono ancora in casa. Strano che non li abbiano portati con loro...".
"Secondo Petroselli - continua Bruno - la vera presenza scomoda sarebbe stata quella di Tatiana, che non avrebbe consentito a Paolo di godersi la sua relazione con Ala e di occuparsi di Erika. Un'ipotesi che vedrebbe Ala come l'istigatrice di Paolo e che mirava, a detta del pm, a sostituirsi a Tatiana".
Quanto a Elena, sarebbe stata uccisa quasi per precauzione, per metterla a tacere prima ancora che potesse parlare.
Niente di nuovo sotto il sole, insomma. Gli avvocati si aspettavano una requisitoria del genere. Ma qualcosa da obiettare ce l'hanno.
"Il pm ha insistito tanto sulle tracce di sangue, quanto sulla mancanza di un alibi per Esposito - dice Valentini -. La sua è stata una ricostruzione dettagliata, ma, da parte nostra, pensiamo che possa esserci un'alternativa, un'altra lettura. Il rinvio a giudizio, in ogni caso, sembra quasi inevitabile".
Ma neppure questa mattina si discuterà del rinvio a giudizio. Dopo il pm hanno preso la parola gli avvocati delle parti civili, Sini e Polacchi. Poi sarebbe stato il turno della difesa che però non si esprimerà prima di giovedì 25 marzo.
Giallo di Gradoli - Nell'udienza di questa mattina si decide il rinvio a giudizio
Il giorno della verità per Paolo Esposito
Viterbo - 22 marzo 2010 - ore 2,40