Riceviamo e pubblichiamo - La svendita degli appartamenti di pregio degli enti previdenziali nazionali, che sta emergendo con prepotenza in questi giorni, non è niente in confronto alla svendopoli locale.
Solo nel Lazio migliaia di appartamenti, ex case popolari, sono stati già svenduti o stanno per essere messi sul mercato immobiliare.
Di questi molte centinaia sono immobili di pregio, che non hanno niente a che vedere con l’alloggio popolare classico, ubicati al centro di Roma o in zone residenziali, che sono affittati e venduti a prezzi irrisori a famiglie con reddito pari o superiore a centomila euro, e dunque che potrebbero benissimo ricorrere al mercato privato come fanno tutti i cittadini.
Per esempio in Prati, in via Oslavia, o in via Sabotino, o in piazza Mazzini, zone tra le più rinomate, a pochi metri dalla Rai, appartamenti di pregio sono affittati a famiglie con reddito intorno ed oltre i 100 mila euro alla miseria di 4-500 euro al mese, compreso il condominio, e alcuni sono stati già venduti e altri stanno per esserlo, sempre alle stesse famiglie con redditi alti da professionisti, a 100-150 mila euro, cioè all’80% del loro valore catastale, quando il loro valore di mercato in quella zona è intorno a un milione e mezzo di euro.
Per questo considero assordante il silenzio con il quale la giunta regionale ha accolta la mia richiesta di bloccare immediatamente la vendita degli appartamenti di pregio e modificare rapidamente la norma che consente non solo ciò ma anche quella di svendere a famiglie con redditi alti che non hanno diritto all’alloggio popolare.
E’ grave che non sia stato accolto neanche il grido di allarme del presidente dell’Ater di Roma, l’avvocato Petrucci, che considera raccapricciante il fatto di aver dovuto vendere un appartamento in via Timavo, quartiere Delle Vittorie, a 100 mila euro, quando vale almeno un milione e quattrocentomila euro, e chiede una modifica della legge regionale.
Questo accade non solo a Roma ma anche nelle altre province, penso al caso di un appartamento che viene venduto a Carpineto (RM) a 6.500 euro, che non coprono neanche le spese per venderlo, allora meglio regalarlo.
Purtroppo la giunta regionale, nella modifica a luglio della legge sull’edilizia residenziale pubblica, non solo ha rigettato i miei emendamenti, tesi vendere a prezzo di mercato e non più a valore catastale gli immobili di pregio, ma ha anche approvato una sanatoria che permette di vendere questi appartamenti di pregio alle famiglie con reddito alto che non hanno diritto a quell’alloggio.
Spero che la giunta ci ripensi e blocchi le vendite, perché da parte mia condurrò contro svendopoli, che considero uno schiaffo ala povertà, una battaglia senza tregua, e spero di avere sostegni che vadano al di là degli schieramenti politici.
Donato Robilotta (SR)
Capogruppo alla Regione Lazio dei Socialisti Riformisti