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Ugo Sposetti (Ds)
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Riceviamo e pubblichiamo l'interrogazione del parlamentare Ds Ugo Sposetti al ministro della Giustizia in cui si chiede "quali iniziative intende assumere al fine di verificare la legittimità degli atti assunti su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo" rispetto all'inchiesta Longa Manus che ha coinvolto alcuni amministratori di Montefiascone.
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Al Ministro della Giustizia.
Per sapere, premesso che :
Il giorno 4 maggio 2007, nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo, sono stati posti agli arresti domiciliari alcuni componenti della Giunta e dell’amministrazione del Comune di Montefiascone;
i provvedimenti hanno riguardato in particolare il sindaco di Montefiascone, l'assessore con delega all'Ambiente e il segretario comunale, ai quali i Sostituti Procuratori della Repubblica titolari dell'inchiesta, dr. D'Arma e dr. Pacifici, contestano di aver appaltato ad un imprenditore della zona i servizi di raccolta dei rifiuti urbani e riscossione della T.A.R.S.U. del Comune di Montefiascone per un periodo sperimentale di 4 mesi in cambio dell'assunzione, per un eguale periodo di 4 mesi e in qualità di dipendenti di un'impresa privata, di alcune persone politicamente riconducibili ai principali partiti di maggioranza;
il giorno 4 giugno 2007 il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Viterbo, dr. Mautone, ha disposto la liberazione dell’assessore all’ambiente Valdo Napoli e del segretario comunale Luciano Carelli applicando contestualmente nei loro confronti la misura della interdizione dai pubblici uffici - mentre ha confermato gli arresti domiciliari per il sindaco Ferdinando Fumagalli, sussistendo ancora a suo avviso il pericolo che l’indagato reiteri il reato.
Considerato inoltre che :
appare già di per sé fortemente opinabile la scelta compiuta dagli inquirenti di accomunare in un unico procedimento i predetti esponenti del Comune di Montefiascone e soggetti che avrebbero compiuto attività illecita organizzata di smaltimento di rifiuti tossici, attività che evidentemente ha creato grave allarme sociale nella comunità per le inevitabili ricadute sulla salute pubblica che condotte siffatte possono avere;
queste imprudenti scelte investigative e processuali hanno già causato a tutta l'amministrazione comunale di Montefiascone un danno politico e di immagine gravissimo, poiché l'opinione pubblica è stata indotta a credere che i propri rappresentanti abbiano contribuito al presunto smaltimento irregolare di rifiuti pericolosi, non esitando a porre in serio pericolo la salute pubblica per un tornaconto personale;
i provvedimenti assunti nei confronti del Fumagalli, del Napoli e del Carelli, pur nel dovuto rispetto delle prerogative di autonomia e indipendenza della magistratura, di fatto assumono un rilievo politico e amministrativo del tutto inusitato e non previsto dalla legge, poiché si sostanziano in un blocco dell'attività amministrativa e politica del Comune di Montefiascone che la legge non prevede e non consente, a tutto danno della cittadinanza di Montefiascone.
Ritenuto infine che :
ad oltre un mese di distanza dall'applicazione della misura personale degli arresti domiciliari non appaiono più sussistere le ragioni che giustificarono l'applicazione di misure tanto afflittive nei confronti degli amministratori pubblici, vista anche l’impossibilità che essi avrebbero di incontrare gli altri coindagati che si trovano ancora agli arresti domiciliari;
il permanere di una misura restrittiva nei confronti del sindaco di Montefiascone e l’applicazione di una misura interdittiva nei confronti dell'assessore all'ambiente e del segretario comunale pongono a rischio la sopravvivenza stessa dell’amministrazione comunale di Montefiascone che è stata democraticamente e liberamente eletta, contribuendo a rendere ancora più evidenti i riflessi politici, volontari o involontari, che l'indagine condotta dai sostituti D'Arma e Pacifici viene via via ad assumere,
Si chiede di sapere :
se il ministro in indirizzo è a conoscenza della situazione rappresentata e quali iniziative intende assumere al fine di verificare la legittimità degli atti assunti su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo;
se non ritiene che gli stessi atti rischiano di travalicare i confini imposti dalla legge sino ad assumere contorni e riflessi politici del tutto inusitati e illegittimi.
Roma, 7 giugno 2007
Ugo Sposetti