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Il rettilineo di Vetralla
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Senza filtro - Da anni mi occupo, tra molte altre cose, delle sanzioni amministrative derivanti dalla violazione del Codice della strada.
E’ una materia affascinante perché lì è possibile vedere l’evoluzione dell’italico genio. Le pubbliche amministrazioni locali, sempre più orfane dei trasferimenti dello Stato centrale, molto spesso praticano quella che agli italiani viene universalmente riconosciuta: l’arte di arrangiarsi.
In questi anni ho assistito alla evoluzione della legge, alla sua interpretazione ed applicazione, al progresso della tecnologia ed all’enorme business che ne è nato.
Ormai nella provincia di Viterbo sono rarissimi i comuni che non hanno (di proprietà o a nolo) un autovelox. Persino un assessore provinciale si è interessato al fenomeno.
Io, ovviamente, sono dalla parte del Codice della strada, nel senso che trovo il suo dettato, seppur da perfezionare ragionevole. Quello che invece trovo scandaloso è che talune amministrazioni comunali eseguano rilevazioni, nella più completa illegittimità e vadano all’incasso, approfittando della ignoranza della materia dei sanzionati e della distanza dalla loro residenza.
Occorre ribadire che non è legittimo compiere rilevazioni della velocità, senza la contestazione immediata, su strade di qualsiasi tipo con il limite di 50 km/h o inferiore, a ridosso, o che attraversano i centri abitati. Eppure ci sono comuni che lo fanno da anni indisturbati, tra tutti Monte Romano. Il Codice della strada prevede infatti che i controlli debbano avere una finalità preventiva, non repressiva, come invece quasi sempre avviene.
Sono perciò rimasto impressionato quando, ho visto a più riprese, su vari giornali, che la pensa come me addirittura il segretario provinciale del Sindacato unitario lavoratori polizia municipale Ivo Aquilani.
Il problema è che però bisogna passare dalle parole ai fatti. Il lodevole proposito del segretario provinciale si scontra con la fame di denaro delle amministrazioni, spesso alle prese con una spesa pubblica, sforbiciata da una parte e lievitata dall’altra, a causa spechi, collaborazioni inutili e clientelari. Anche il meccanismo che determina il compenso dei dirigenti ( tra cui il comandante della P.M.) ha il suo effetto incentivante sulla applicazione repressiva del Codice.
Anche a Vetralla, dove il segretario provinciale del Sulpm è vice comandante della Polizia Municipale, la nuova amministrazione comunale ha pensato bene di iscrivere nel bilancio preventivo una entrata, derivante dalle sanzione amministrative, almeno quintuplicata rispetto all’anno precedente.
Perciò, nel rettilineo che da Vetralla va a Monte Romano, seppur con gli avvisi di legge, si piazza, occultata in una rientranza, la pattuglia della Polizia Municipale di Vetralla rilevando violazioni da contestare successivamente ad incauti automobilisti.
Il cartello di avviso non è certo prevenzione. Inoltre, con discrezione, da alcuni giorni sono iniziati i lavori che sembrano finalizzati a posizionare, nel semaforo all’incrocio tra viale Eugenio IV (S.S. Cassia che attraversa Vetralla) e via della Pietà, un rilevatore di passaggio con il semaforo rosso. Anche qui, chissà come verrà fatta la prescritta prevenzione? Continua…
Luciano Segatori