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Michele Bonatesta
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- “Ebbene si: dobbiamo ammetterlo: in una probabile crisi di astinenza da mattone ecologico, Maurizio Federici, capogruppo di Alleanza nazionale a Palazzo dei Priori, ha deferito la consigliera comunale Paola Selvaggini ai probi viri del partito e l’immobiliarista-commissario di An Mario Soggiu ne ha proposto l’espulsione.”
Il presidente del movimento di opinione “Insieme per il territorio”, prende carta e penna e commenta la notizia sulla richiesta di “non tesseramento” al partito per Paola Selvaggini avanzata da Federici.
I motivi?
"Tanti e gravissimi spiega l’ex senatore - all’indomani della nomina di Soggiu alla guida di via Cardarelli, infatti, Paola Selvaggini ha aderito al movimento Insieme per il territorio pur mantenendo l’iscrizione ad Alleanza Nazionale.
Un po’ come Storace, praticamente, che ha abbandonato l’esecutivo di via della Scrofa ed ha fondato una nuova corrente in aperta contrapposizione a Fini.
Ma, per fortuna dell’ex epurator della Pisana, Maurizio Federici, il Damocle della Sala d’Ercole, non sta a Roma.
Un po’ come Daniela Santanché, praticamente prosegue l’ex parlamentare viterbese che ha fondato un suo movimento, d.Donna, in aperto contrasto con il poco democratico leader massimo di An (almeno stando a sentire sia lei, sia Storace) ed ora se ne andrà in giro per l’Italia a fondare circoli e circoletti tutti di rosa vestiti.
Ma ad uscire da An, come Paola Selvaggini, non ci pensa per niente. Occorrerà però avvisarla, se dovesse decidere di passare anche da Viterbo, che qui potrebbe incorrere nelle ire di Maurizio Federici.
Ma non è stata solo l’adesione al movimento della consigliera-ribelle a fare fibrillare il cuore (che porta ed ha sempre portato a destra) del capogruppo consiliare di An al comune di Viterbo.
Quando si è trattato di scegliere tra il tutelare gli interessi (legittimi) della città e dei viterbesi nel pasticciaccio di Porta Murata, sacrificando quelli (altrettanto legittimi) di qualche privato, Paola Selvaggini non ci ha pensato due volte ed ha scelto di tutelare gli interessi legittimi di Viterbo, dei viterbesi e di Alleanza Nazionale.
La “piccola” ma perfida consigliera è uscita dal gruppo per “…mancanza di dialogo e di collegialità con i consiglieri, gli assessori ed il sindaco di An?”
Ma non sono le stesse motivazioni ricorda Bonatesta che portarono proprio Federici a dimettersi da capogruppo quando presidente del partito era il sottoscritto, dimissioni dal sottoscritto respinte?
Paola Selvaggini spara a zero contro la maggioranza che regge il Comune?
Certo: quando non ne condivide le scelte.
Come Storace, Santanchè ed altri ancora sparano contro Fini per le scelte che non condividono.
Come lo stesso Federici accusa Bonatesta - gli altri componenti del gruppo, gli assessori, quando sparavano a zero contro la “loro” Federazione, uscita da un congresso e non certo nominata.
Come sparava il sindaco, Meroi, addirittura l’allora ministro Gasparri.
Nessuno fu proposto per l’espulsione, nemmeno Federici sempre primo firmatario di tutti gli anatemi possibili ed immaginabili nei confronti del suo presidente: il “monarca” riconobbe il diritto di critica e di dissenso a tutti.
Ma ora, a Viterbo, sottolinea il leader di “Insieme per il territorio non c’è più il monarca costituzionale a guidare An.
Dalla monarchia si è passati alla tirannia?
In An suggerisce Bonatesta cerchino di essere più seri. Altro che espulsione di Paola Selvaggini!
Perché da via Cardarelli continuano, allora, a farle pervenire segnalazioni e raccomandazioni di vario genere?
Federici riproponga le sue dimissioni da capogruppo (a proposito, gli altri consiglieri sono stati preventivamente informati della sua iniziativa e l’hanno approvata?).
Si dimettano i probi viri che non hanno motivo di esistere a fronte di una federazione commissariata e che hanno messo, nel caso specifico, la “probità” sotto i piedi.
Altro che deleghe!
Si dimetta Soggiu e lasci che sia qualche altro a portare quello che resta di An (parlo di quella di Fiuggi, di Bologna, di Verona) al congresso.
Questa è la famosa unità del dopo-Bonatesta?
No, conclude Bonatesta , purtroppo non ci siamo.
E’ il cavaliere della luce, il sindaco Gabbianelli, che alla fine, ancora una volta, con la vicenda-Selvaggini, indica a tutti la strada giusta per ritrovare l’unità del partito ed ha chiamato Maurizio Federici perché faccia da Caronte traghettando tutti (quelli che resteranno) sulla sponda della trasparenza e della credibilità di An: tagliare la testa a chi la usa.
Chi non vuole restare accecato dalla luce del suo cavaliere massimo, sia condannato al buio assoluto.
E per sempre.