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Viterbo
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Riceviamo e pubblichiamo
- Caro Direttore,
ho letto con interesse i commenti sui vari posizionamenti delle formazioni politiche cittadine in vista della stagione dei congressi locali e nazionali dei partiti di centrosinistra.
In particolare il tema ricorrente è la nascita del Partito democratico.
Su questo argomento sono state dette in questo periodo molte cose, restano tuttavia tutte da soddisfare le aspettative dei cittadini che, contrariamente alle apparenze, mi sembrano molto sensibili soprattutto relativamente agli aspetti che riguardano i loro diritti di partecipazione democratica.
Occorrono pertanto risposte serie e convincenti, espressive di soluzioni in linea con i valori più significativi della nostra carta costituzionale (in particolare con gli articoli 2 e 3 della stessa).
E’ infatti ormai opinione comune, generalmente condivisa anche dai fautori, che le ultime riforme in materia elettorale promulgate dal centrodestra abbiano provocato gravi danni alla libertà di elettorato attivo e passivo restaurando i presupposti di un sistema fondato sull’arbitrio delle oligarchie di partito.
Il partito democratico dovrà dunque in primo luogo garantire il pieno ripristino di tale libertà rimuovendo in linea con il dettato costituzionale tutti “..gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini..” ne impediscono “..la piena partecipazione all’organizzazione politica del paese..”.
In questo senso l’esperienza delle primarie già sperimentata potrà costituire un’ottima base di partenza dalla quale muovere.
Occorrerebbe istituzionalizzarle, a tutti i livelli.
Ciò faciliterebbe senz’altro i processi di aggregazione in atto e garantendo il rispetto delle diverse identità partitiche favorirebbe un processo di selezione delle candidature trasparente e partecipato.
Esemplare in tal senso è l’esito di quelle tenute per il presidente Prodi con la gente in coda per ore in tutta Italia.
Anche a livello locale del resto esiste una sensibilità che va sempre più maturando nella stessa direzione, se si hanno a cuore le istituzioni non bisogna deluderla.
L’auspicio che mi sento quindi di rivolgere come cittadino è che i prossimi congressi tengano nella dovuta considerazione questa primaria esigenza di partecipazione, divenuta sempre più pressante a causa delle numerose false partenze cui è stata esposta.
Un’altra esigenza particolarmente sentita e attuale, come provano le vicende di questi giorni, appare del resto quella di rafforzare la governabilità attraverso regole in grado di eliminare un’eccessiva frammentazione e di diminuire il potere di veto sull’esecutivo anche del più piccolo partito.
Le diverse identità non devono infatti poter impedire quel processo di responsabilità e di sintesi necessario al buon funzionamento di uno Stato democratico.
Credo concludendo che queste ed altre valutazioni di uguale segno, come ad esempio quelle cui tentano di rispondere le recenti liberalizzazioni, non possano più essere ignorate e che sia giunto il momento di soddisfarle mettendo da parte anche certe vecchie ed ormai palesemente strumentali distinzioni.
Come ha recentemente sottolineato il Presidente della Repubblica lo Stato siamo noi e la democrazia per essere forte ha bisogno di persone che credano nei suoi valori e che li difendano contro l’assalto del relativismo, deluderli significherebbe dare un ulteriore grave colpo ad un sistema già fortemente indebolito.
Cordialmente
Avv. Roberto Bruno