Senza filtro
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Giancarlo Torricelli
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- Perché la Provincia ed i comuni del viterbese non raccolgono l’appello alla partecipazione alla manifestazione internazionale del prossimo 17 febbraio, lanciato dalla Rete del Nuovo Municipio, contro l’ampliamento della base militare Usaf “Dal Molin” a Vicenza?
La decisione di Prodi di avallare, senza alcun tipo di discussione, il progetto di ampliamento della base, ignorando completamente il confronto con le comunità locali, rappresenta un attacco inaccettabile alle capacità di autogoverno dei territori, oltre che un incredibile atto di subalternità nei confronti del governo Bush e delle sue esigenze di guerra globale, quando l’opinione pubblica americana e la stessa maggioranza del Parlamento aspirano ad un cambiamento radicale.
Sarebbe sbagliato, però, considerare questa vicenda un problema circoscritto di politica estera che al massimo può interessare il Nordest del Paese.
Si tratta, invece, di una vicenda che parla di tutte quelle comunità che in questi anni si sono battute, anche nella Tuscia ( da Raiway a Blera alla vertenza contro la privatizzazione dell’acqua, dagli inceneritori all’elettrosmog) contro il tentativo di imporre nuove servitù, in nome dello “sviluppo”.
Parla di democrazia e di chi sia legittimato a decidere sui territori, parla del rapporto tra istituzioni e comunità insediate, parla del rapporto tra governi ed elettorato.
La nostra è una società dove, al logoramento dei tradizionali canali di consenso, si sta sostituendo il fiorire di una tessitura comunitaria e territoriale che costruisce relazioni, vertenze, soggettività.
Un fare diffuso e molecolare che, spesso è ignorato dalla politica tradizionale, o derubricato a vicenda locale. O presentato come capriccio di “estremisti”, quando invece risponde al senso comune.
E’ così a Blera contro Raiway, in Val di Susa contro la Tav, a Vicenza contro la base Usaf.
La questione di Vicenza è proprio l’opposto di una faccenda “circoscritta”, perché riassume in sé in modo urgente tre questioni sulle quali si sperava che l’Unione si ponesse in discontinuità con il berlusconismo: la pace, ossia l’aspirazione ad una relazione diversa con le altre culture, l’uso del suolo e dei beni comuni, a cominciare dall’acqua, la democrazia, ossia la domanda su chi decide e per conto di chi.
E proprio questo intreccio farà si che la manifestazione del 17 febbraio sarà, con ogni probabilità, la più grande manifestazione dell’era Prodi.
Una manifestazione, attraversata da quel vasto popolo che negli anni del berlusconismo, ha rappresentato la reale opposizione alle politiche di privatizzazione dei beni comuni, all’affarismo come sistema e alla guerra come metodo.
Una manifestazione che si pone l’obiettivo di riaprire attorno alla vicenda della base un processo ampio e approfondito di discussione e di confronto con gli abitanti e con l’insieme delle forze politiche e sociali locali e nazionali.
Sarebbe importante che, tra le migliaia di persone che in questi giorni si stanno organizzando per partecipare alla manifestazione di Vicenza, ci fossero anche i rappresentanti degli enti locali viterbesi, a cominciare dalla Provincia, a testimoniare il disagio delle comunità locali e a ribadire il diritto alla sovranità territoriale dei cittadini.
Giancarlo Torricelli, consigliere comunale Bassano Romano