Riceviamo e pubblichiamo
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- Da abitante del centro storico (Porta Romana) ho qualche difficoltà a guardare al problema dalla visuale dei commercianti, che lo vedono “vivo” solo se calpestabile con le automobili.
Non è così in altri centri storici dove ho vissuto (Siena, Orvieto), dove la sola calpestabilità a piedi non lo rende morto, ma al contrario e, anzi proprio per questo, molto più vivo.
Certo si potrà dire che sia Orvieto che Siena hanno i famosi parcheggi coperti che a Viterbo restano utopie, ma si dovrà rispondere anche che lì i commercianti del centro da tempo si sono orientati verso generi commerciali più confacenti alla vocazione del centro antico (dove gli spazi ristretti non vanno d’accordo con i moderni SUV dell’abitante modernista).
C’è poi l’antico vizio dei viterbesi del prendere la macchina anche per andare a prendere un caffè o dell’andare a lavoro con la macchina parcheggiata davanti al negozio (con la compiacenza delle vigilesse benevole solo con alcuni). Ho spesso qualche difficoltà a parcheggiare nel mio garage, dotato di passo carrabile con diritto alla rimozione, perché il commerciante di turno mi ci parcheggia puntualmente davanti il furgone o la Station Wagon (e fa pure strafottente quando gli chiedo di spostarsi).
Così io pago un passo carrabile per riservare un posto d’onore ad un veicolo che in un centro storico degno di questo nome non ci dovrebbe neanche entrare.
E’ così che il centro storico di Viterbo, anziché essere il fiore all’occhiello della città, è diventato una parte disprezzata dai suoi stessi cittadini, tutti emigrati fuori le mura, e abitata per buona parte dagli studenti universitari o dalle “signorine” straniere dei monolocali di cui in questi giorni si è molto parlato nelle pagine di cronaca locale (almeno vediamo gente giovane).
Ad aggravare la situazione c’è una gestione del traffico più fantasiosa che risolutiva, che riesce meglio a complicare le cose al pedone che facilitare la circolazione all’automobilista.
Per accompagnare a scuola mia figlia la mattina da Porta Romana a Piazza Concetti devo far la gincana tra le automobili ferme davanti alla transenna che impedisce loro di entrare a Piazza Concetti (perché non fermarle direttamente fuori Porta Romana o della Verità?
E’ così grave chiedere loro di fare 200 mt a piedi, che farebbero anche prima? Ma, già, dovrebbero avere un posto dove poter parcheggiare!).
Fare una sana passeggiata da Portta Romana alla Mazzetta (500 metri) è un’impresa scoraggiante, per il traffico, per i marciapiedi mancanti, per il fango che c’è non appena fuori dell’asfalto, per gli escrementi di cani….. (ma anche andarci in macchina e fare il giro imposto dal senso di marcia non ha il senso dell’economia: per fare 500 mt ce ne vogliono almeno 1500 e occorre passare per i semafori).
E si potrebbe continuare con gli esempi… per dire che il centro sarebbe meglio chiuderlo alle porte e senza eccezioni (con unico accesso per i residenti in determinate ore del giorno) e renderlo più vivibile a chi consapevolmente l’ha scelto come propria dimora.
E’ ovvio poi che servirebbero i parcheggi fuori le mura, un trasporto urbano efficiente, una mentalità che riveda l’uso delle automobili, una disponibilità da parte dei commercianti a proporre nuove cose (ad esempio la spesa a domicilio).
Per il momento non resta che continuare a imprecare contro chi ti parcheggia di fronte al garage e contro chi ti complica inutilmente la vita e continuare a comprare su Internet (con buona pace dei negozianti viterbesi), perché il commercio on line fa risparmiare, fa scoprire i gusti delle cucine regionali e non costringe a sperimentare giornalmente i malanni del centro storico di Viterbo e del suo fuori le mura.
Giovanni Firmani