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Daniele Califano
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Silvano D'Ascanio |
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Per gentile concessione del Messaggero pubblichiamo l'articolo di Gianni Tassi sull'inchiesta Love's house
- «Io con lo sfruttamento della prostituzione non c’entro niente, faccio l’amministratore di un’agenzia pubblicitaria e non ho contatti diretti con i clienti e quindi non conoscosco le finalità delle inserzioni. Oltretutto a Viterbo ci sto poco, per lavoro mi sposto spesso tra Perugia, Terni, Roma».
Silvano D’Ascanio arriva nell’ufficio del giudice per le indagini preliminari, in tribunale, alle 10.30.
Lo accompagnano gli avvocati Marco Ricci e Luca Paoletti e i due figli, Francesco e Serena.
Si mostra tranquillo e in attesa del colloquio con il magistrato si concede alla curiosità del cronista.
«Non sono il primo editore - sottolinea - ad essere indagato per questo tipo di reato. Tempo addietro toccò addirittura a quello dl Tempo e a quello dl Messaggero. Poi entrambi vennero assolti».
Anche lui, amministratore dell’agenzia pubblicitaria Studio Uno - nonché socio della società editrice de Il Corriere di Viterbo - è finito agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta viterbese sulle ”case dell’amore” insieme ad altri due noti personaggi del posto, gli immobiliaristi Daniele Califano e Alessio Dottarelli.
Tutti e tre accusati dai sostituti procuratori Stefano D’Arma e Fabrizio Tucci di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
«Sono tranquillo - conclude D’Ascanio - e mi fa piacere aver ricevuto in un momento così difficile la solidarietà di tanta gente».
Ieri mattina, a cinque giorni dal blitz di polizia e carabinieri, D’Ascanio e Califano sono comparsi davanti al Gip per l’interrogatorio di garanzia.
«Adesso siamo più tranquilli - commenta alla fine l’avvocato Marco Ricci - abbiamo affrontato vari punti chiarendo la posizione del mio assistito. Siamo certi che i magistrati inquirenti, che ci sono apparsi comunque ben disposti, abbiano recepito le nostre osservazioni».
Ricci e Paoletti, i due difensori del pubblicitario, hanno chiesto al giudice la revoca del provvedimento restrittivo e il gip, Gaetano Mautone, si è riservato di decidere (ha tempo cinque giorni).
Non ha invece avanzato la stessa richiesta l’avvocato Roberto Massatani, difensore di Daniele Califano, l’altro indagato agli arresti domiciliari ascoltato ieri mattina dal Gip. Un colloquio durato circa un’ora al termine del quale Massatani non ha ritenuto di dover richiedere, come avrebbero fatto poi i legali rappresentanti di D’Ascanio, la revoca degli arresti domiciliari.
E’ tornato in Italia - ed è finito subito agli arresti domiciliari - il terzo indagato raggiunto da ordine di cattura.
Alessio Dottarelli, 35 anni, titolare di un’agenzia immobiliare nel centro di Viterbo, è atterrato a Fiumicino di ritorno dal viaggio di nozze alle Maldive.
Ad attenderlo all’aeroporto romano c’erano i carabinieri e uno dei suoi legali.
«La presenza dei carabinieri - sottolinea l’avvocato Giorgio Barili - è stata una semplice formalità. Il mio assistito comunque si sarebbe presentato spontaneamente al suo arrivo a Viterbo».
Stamattina il primo colloquio tra Dottarelli e il suo difensore, poi lunedì, probabilmente, l’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari.