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Paola Selvaggini
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- “Era il 3 novembre dello scorso anno quando lanciammo l’allarme sul centro storico e su una città sempre più invivibile non certo per mancanza di programmazione, come sostiene qualcuno, ma sulla base di una ben precisa strategia portata avanti dal sindaco Gabbianelli: trasformare il centro storico in una vera e propria Chinatown e trasferire fuori le mura tutti gli interessi commerciali e non solo.
E, all’assessore Zucchi, senza mezzi termini dicemmo: caro assessore, state facendo un gran casino!”
Michele Bonatesta, presidente del movimento di opinione “Insieme per il territorio” si inserisce ancora una volta nella polemica che in questi giorni sta polarizzando l’opinione pubblica a seguito dei nuovi provvedimenti in materia di stop alla circolazione nel centro storico di Viterbo annunciati dalla giunta comunale.
“Allora sottolinea l’ex senatore nessuno raccolse il nostro grido di allarme e di protesta.
Oggi, con piacere, possiamo rilevare come Confesercenti, Ascovit, associazioni, singoli commercianti e residenti si siano uniti nella protesta. Così si uccide la città dentro le mura, dicono.
Così, dopo i quartieri dormitorio, si fa il… centro dormitorio, affermiamo noi. Bisogna invertire la rotta prima che sia troppo tardi, strilla Peparello. Deserto dentro le mura, mattone selvaggio fuori, denuncia l’Ascovit. Centro desertificato, dicemmo noi, periferia assediata dalle auto e verso il degrado assoluto.
L’assessore Zucchi ricorda Bonatesta in occasione di uno degli ultimi consigli comunali, a fronte delle nostre proteste, ebbe a sostenere che la città dentro le mura è fatta per andare a passeggio.
Secondo noi a passeggio si deve andare nei giardini, nei parchi, nei boschi, non in mezzo ai mattoni ed al cemento, senza nulla da vedere, senza che nessun interesse particolare venga sollecitato.
Man mano che i negozi chiuderanno, che senso avrà andare a passeggio per le vie del centro?
Cacciati da quest’ultimo, che senso avrà andare a spasso in una periferia assediata dalle auto, con marciapiedi inesistenti o impraticabili, con strade dissestate e prive di manutenzione da anni ed anni?
Ora ci si accorge dei problemi di traffico che, fuori delle mura, sta provocando la cittadella della salute?
E dove stavano i nostri solerti amministratori quando, prima ancora che avvenisse il trasferimento degli uffici della Asl, “Insieme per il territorio” previde quello che sarebbe successo?
I nostri consiglieri comunali, in particolare quelli che sostengono il sindaco Gabbianelli, in particolare quelli di Alleanza nazionale, cosa stanno a fare a Palazzo dei Priori?
I viterbesi li hanno eletti perché assistano in silenzio a quanto avviene nel capoluogo? O il loro è un… silenzio-assenso? Viterbo incalza Bonatesta non ha un turismo che giustifichi la chiusura del centro storico e non avrà mai un vero turismo se non si attrezzerà per diventare città turistica.
E’ il famoso cane che si morde la coda. Una città morta non fa richiamo. O il progetto di Gabbianelli è fare del nostro centro storico un’altra Civita di Bagnoregio?
Non è più nemmeno problema di parcheggi, come dicono i Ds. Anche per i parcheggi è tardi. Proseguendo secondo questa strategia scrivevamo il 3 novembre dello scorso anno crollerà il mercato immobiliare nel centro storico dove aumenteranno gli extracomunitari e le professioniste del sesso mentre i viterbesi dovranno rivolgersi a quello in periferia.
Al modico prezzo di 2.800 euro al metro quadro (quando si è fortunati), circa cinque milioni delle vecchie lire! Più quartieri dormitorio e più centri commerciali”. Dove magari andare a passeggio conclude Bonatesta-. O non è vero che, oggi, lo “struscio” non si fa più a Corso Italia ma a Piazza Italia, all’Ipercoop?”
“Il sindaco aggiunge Paola Selvaggini, consigliera comunale di “Insieme per il territorio” dovrebbe avere più rispetto per il consiglio comunale e non farsi forte del fatto che nella sala d’Ercole abbondano gli yes-men.
Chiediamo, quindi, che su questo argomento venga convocato un apposito consiglio comunale e che una parte dei lavori siano “aperti” ai cittadini ed alle associazioni, di categoria e non, per un doveroso confronto. Viterbo è dei viterbesi, non di questo o quell’amministratore. Viterbo ed i viterbesi restano; i consiglieri, gli assessori, il sindaco… passano!”