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Scaramuccia
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Riceviamo e pubblichiamo
- In riferimento alla recente aggressione subita da alcuni giovani, ed a seguito della grande campagna di stampa effettuata, ritengo doveroso fare alcune considerazioni in merito allo stravagante modo di interpretare i fatti da parte di tanti esponenti politici e non.
In primo luogo ci si è sforzati di dare immediatamente una connotazione politica all’aggressione, un po’ come fece Cossiga che dopo cinque minuti dalla tragica strage di Bologna disse che era una strage di stampo fascista (che solerzia!), ipotesi che ancora oggi lascia tanti perplessi.
Connotazione politica, peraltro, che è stata subitaneamente smontata da un confronto all’americana fatto in questura che ha scagionato i presunti aggressori di estrema destra.
La cosa che però mi fa più riflettere è che tanti politici si siano sentiti in dovere di solidarizzare con i ragazzi della Sinistra giovanile e lo hanno fatto senza conoscere le persone, i fatti e le motivazioni dell’aggressione.
Essendo la vicenda oscura ed immersa nel mistero chi può dire come sono andate le cose? Chi può sapere chi è la vittima e chi il carnefice? Come è possibile che tanta violenza sia stata liberata senza motivazioni? Quale è la verità sull’aggressione?
Ovviamente queste mie domande sono una provocazione che ha lo scopo di sollevare un dibattito che spero possa raggiunge livelli istituzionali superiori al mio, dibattito che spero possa finalmente far finire il luogo comune che essere di destra significhi essere violento e teppista mentre essere di sinistra significhi essere la vittima intellettuale.
A prescindere da tutto ritengo doveroso difendere chi è stato subito tacciato come l’orco cattivo senza una prova e senza nessun riconoscimento.
I ragazzi aggrediti non li conosco, come non conosco i fatti, quindi prendere posizione sull’accaduto mi sembra fuori luogo, mentre ritengo più giusto pretendere una posizione forte contro la violenza, contro chi viola le leggi e contro chi vive di soprusi.
A tal proposito ritengo l’intervento fatto dal sindaco Gabbianelli il più corretto ed efficace, nel quale viene chiesta la convocazione della riunione del comitato per la sicurezza pubblica, senza però scendere nel processo politico o da strada.
Vorrei solo aggiungere che la sicurezza pubblica va salvaguardata a 360° e non ci possono essere zone dove l’attenzione ed il controllo sono massimi ed altre zone dove viene tollerato tutto o, peggio ancora, vie nelle quali si chiudono gli occhi e non si vigila; situazioni, queste ultime citate, che si vedono in molte città italiane e che spero non si vedano a Viterbo.
Comunque i fatti li giudicheranno gli investigatori e gli organi competenti, nel frattempo, sento il dovere morale di solidarizzare con coloro che, pur non essendo riconosciuti colpevoli di nulla e pur dichiarandosi estranei ai fatti, sono già stati messi alla gogna da i politici molto corretti e da alcuni giornalisti in versione Santoro.
Andrea Scaramuccia (An)