- “Eliminare la precarietà e il nepotismo, restituendo dignità ai lavoratori offrendo loro certezza dei tempi, nel rispetto della dignità di ciascuno e della professionalità acquisita. E’ necessario perciò coniugare la politica di stabilizzazione con il rigore morale in piena discontinuità con il passato”.
Così Peppe Mariani (Verdi), presidente della commissione Lavoro durante l’audizione con i vertici di ‘Lazio Service’.
Erano presenti alla riunione i consiglieri Fabio Armeni (FI), Romolo Del Balzo (FI), Francesco Lollobrigida (AN), Massimiliano Maselli (UDC), Anna Evelina Pizzo (PRC). Oltre a D’Annibale, per Lazio Service, era presente il direttore delle Risorse Umane, Lorenzo Mosetti, accompagnato da Roberto Trimonte, capo della segreteria del Presidente di ‘Lazio Service’, l’avvocato Sergio Scicchitano. In rappresentanza della Vicepresidenza della Giunta Regionale, è intervenuto Ornello Stortini.
“Ciò che vorremmo ottenere - ha spiegato Mariani - è la definizione delle linee di indirizzo per giungere al più presto a stabilizzare i lavoratori, perseguendo procedure severe dicendo no a carrozzoni ad uso politico, per chi non trova occupazione. Si volta pagina - ha aggiunto - offrendo buon lavoro valorizzando il patrimonio formato con l’esperienza e con il percorso professionale: perderlo - ha concluso - procurerebbe un grave danno sia ai lavoratori sia alle istituzioni”.
Secondo l’amministratore delegato della società, Tonino D’Annibale “il 25% dei lavoratori di ‘Lazio Service’ con contratto a tempo determinato sarà stabilizzato entro la fine di gennaio 2007. Un ulteriore 50% entro giugno e il rimanente 25% nell’arco di 24 mesi. Da qualche mese - ha sottolineato - di concerto con la Giunta Regionale e le organizzazioni sindacali, stiamo lavorando al processo di stabilizzazione dei lavoratori di ‘Lazio Service’, rivalutando e ristrutturando i progetti legati alla prestazione d’opera. Un lavoro serio e rigoroso che tiene conto delle professionalità e delle funzionalità di ciascun lavoratore, autentico valore di ‘Lazio Service’, rispetto al servizio richiesto. Attualmente - ha spiegato - è una società ‘in house’ che presta servizi esclusivamente alla Regione Lazio. I dipendenti assommano a circa un migliaio di unità, di cui 94 a tempo indeterminato, 141 assunti con contratto interinale, ed i rimanenti con contratto a tempo determinato. Numeri importanti dunque, che meritano tutta l’attenzione possibile, e questo perché - ha proseguito D’Annibale - il nostro tessuto operativo è spesso connotato da qualità, ma presenta anche alcune incongruenze da eliminare. Penso ai vari casi di professionisti qualificati, che pure ci sono tra i nostri dipendenti, inquadrati al V o al VI livello del contratto dei metalmeccanici: una stortura da eliminare”.
Riguardo poi alla questione di alcuni contratti non rinnovati, D’Annibale ha detto che “la concertazione con le forze sindacali e con gli amministratori politici procede bene e sta dando i suoi frutti. Ciò non toglie, però, che nel rinnovo di oltre 300 contratti in scadenza, in pochissimi casi si siano verificate delle divergenze dovute a criticità, che non potevamo far finta di non vedere. Per questo - ha detto - dove non esistono presupposti validi per rinnovare non lo faremo, anche a costo di dispiacere a qualcuno”.
Al termine del suo intervento, su precisa domanda di Peppe Mariani, D’Annibale ha accennato anche alla presenza tra i dipendenti di ‘Lazio Service’, dei figli di dirigenti e di politici della Regione Lazio: “E’ innegabile che il nepotismo è presente, è un problema che abbiamo ereditato, ma c’è il massimo rigore nel contrastarlo. La discontinuità con la precedente gestione è totale”.
Per Fabio Armeni “la Regione Lazio deve affrontare la situazione prodigando i maggiori sforzi possibili per giungere presto alla stabilizzazione, senza escludere nessuno, interinali compresi”.
Romolo Del balzo, rispetto alla questione del nepotismo ha detto: “Stiamo attenti a escludere qualcuno poco affezionato al lavoro, con altri che hanno appartenenza politica. I criteri usati per stabilizzare devono essere rigorosi”.
Anna Evelina Pizzo, ha ribadito la sua contrarietà “ad una specie di ‘spoil system alla rovescia’, perché, ha detto, “la dignità dei lavoratori va salvaguardata sempre a prescindere da eventuali appartenenze politiche”.