- Come ha vissuto Viterbo il Risorgimento? Quali sono stati gli atteggiamenti dei sostenitori dell’Italia unità della Tuscia?
Nel novero delle manifestazioni per celebrare il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, sotto l’egida del comitato provinciale per la valorizzazione della Cultura della Repubblica, l’Archivio di Stato di Viterbo e il consorzio delle biblioteche di Viterbo, su iniziativa del Rotary Club di Viterbo in collaborazione con il Lions di Viterbo, hanno realizzato una mostra storico-documentaria dal titolo: “Il Risorgimento a Viterbo”, che sarà allestita negli spazi della biblioteca comunale degli Ardenti, piazza Verdi, e sarà inaugurata il 15 aprile, alle 16,30.
La mostra ripercorre, attraverso lettere autografe, manifesti satirici, componimenti poetici, acquerelli ed altro materiale, la storia risorgimentale della provincia di Viterbo dal 1860 al 1870, con l’idea di ricostruire un percorso non solo storico ma anche umano, sottolineando le aspirazioni, le aspettative, i dolori e, per alcuni, l’esilio degli uomini e delle donne che hanno offerto la loro vita perché le future generazioni potessero vivere la loro in una patria unita e libera.
Naturalmente, data la grande quantità dei documenti del periodo storico preso in esame, si è resa necessaria una operazione di selezione del materiale da esporre.
Proprio la selezione è servita per privilegiare alcuni aspetti principali del Risorgimento a Viterbo, come la partecipazione popolare al movimento di liberazione della Tuscia, la cosiddetta battaglia di Grotte di Castro, la venuta a Viterbo di Giuseppe Garibaldi e numerosi altri avvenimenti, alcuni di primo piano e altri minori.
Certamente, al di là degli argomenti citati, la selezione ha tenuto conto anche, e soprattutto, dei documenti che potessero attirare l’attenzione del passante, coinvolgendolo negli eventi storici del Viterbese.
La documentazione esposta è conservata dall’Archivio di Stato di Viterbo, dal Consorzio delle Biblioteche di Viterbo con alcuni prestiti da parte di collezionisti privati.
È necessario sottolineare un aspetto che spesso passa inosservato: tutti i volantini o gli scritti satirici sono stati distaccati dalla polizia pontificia dai muri della case di Viterbo e conservano, nella parte posteriore, uno strato essiccato di sterco di cavallo; il collante a buon mercato che, a quel tempo, si trovava in abbondanza lungo le strade della città.
Per concludere ecco un sonetto, che fa parte della documentazione, contro il generale francese De La Moriciere:
“Al Sig. Lemosiere
Intonate il miserere
Generale senza onore
Delli preti il servitore
Un francese così infame
Trascinate al Bullicame
E’ l’indirizzo che li fa
Di Viterbo la città”.
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