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Viterbo - Ieri la tavola rotonda degli scienziati sul problema delle acque potabili
Convegno dell'Ordine dei medici sull'arsenico
Viterbo - 8 aprile 2011 - ore 18,45


- Un'incontro ad altissimo livello tecnico e scientifico si è tenuto ieri a Viterbo nella grande sala Mendel dell'ex rettorato della Tuscia, oggi sede della fondazione Omnia.

Durante tutta la giornata medici e scienziati si sono confrontati sul problema che affligge molti comuni del Lazio, ossia la presenza di arsenico, uranio 238 e vari metalli pesanti nelle acque ad uso potabile.

Erano presenti come enti istituzionali: Enea, Istituto superiore di Sanità, facoltà di agraria dell'università della Tuscia, Ordine dei medici di Viterbo e di Latina e dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regione Lazio, e come associazioni: Accademia Kronos, l'Aduc, il Comitato acqua potabile del viterbese e l'Isde. L'organizzazione del convegno è stata curata da Accademia Kronos.

I primi interventi, curati dalla facoltà di Agraria della Tuscia, hanno messo in risalto gli aspetti geologici dell'area viterbese, evidenziando la presenza di radon, arsenico e uranio 238 nel territorio e nelle acque proprio a causa della natura vulcanica del territorio.

Gli interventi dei medici dell'ospedale Belcolle, tra i quali Bruno Mongiardo, hanno evidenziato come l'eccessiva presenza di arsenico e uranio nelle acque e negli alimenti può dar vita ad una serie di patologie che posso andare dai semplici disturbi gastroenterici a forme più gravi di neoplasie.

A tal proposito Ezio Gagliardi del Centro alimentazione e ambiente di Roma ha presentato un'indagine portata avanti negli anni sul fenomeno del bioaccumulo di sostanze tossiche come uranio 238 e arsenico nella provincia di Viterbo.

La città con maggiori concentrazione negli organi umani di uranio 238 è risultata Ronciglione.

E' stato anche sottolineato che la presenza di arsenico nei terreni e nelle falde acquifere può essere incrementato anche da prodotti chimici usati in agricoltura, da qui, soprattutto per il lago di Vico, l'invito a cessare ogni uso di fertilizzanti e pesticidi chimici.

Interessantissimi gli interventi di chi conosce il problema arsenico a livello mondiale ed europeo in particolare. Da un paio di relazioni si è evinto che nazioni come l'Argentina e il Giappone da tempo hanno risolto il problema delle acque contaminate da arsenico, attraverso metodologie anche semplici e non eccessivamente costose.

Anche nelle province italiane di Cremona e di Varese il problema è stato risolto da tempo. Rimane solo nel Lazio il problema, visto, è stato sottolineato da un relatore, che non si vuol guardare agli esempi di altre regioni per risolverlo, ma a volte limitandosi ad affidarsi non a scienziati e tecnici di enti come l'Enea, ma a ditte private che ovviamente hanno a cuore prevalentemente il loro profitto.

E' stato portato ad esempio un recente impianto di dearsenificazione inaugurato nel viterbese i cui costi, circa un milione di euro, sono sembrati enormemente eccessivi a fronte di istallazioni analoghe costate solo 400mila euro.

La nota stridente di tutta la manifestazione è stata tuttavia l'assenza dei sindaci, pur invitati dall'Ordine dei medici di Viterbo.

"E' come - ha dichiarato un relatore - se il problema non interessasse i sindaci o, peggio, è come se la salute dei cittadini fosse per alcuni di loro un fatto secondario, al pari del finanziamento di una sagra cittadina o di una squadra di calcio locale".

In compenso, però, era presente l'assessore all'ambiente della Provincia, Paolo Equitani, che prendendo la parola ha esordito dicendo che il problema c'è, ma che non bisogna esagerare e non allarmare più di tanto i cittadini.

Gli atti del convegno si possono richiedere direttamente all'Ordine dei medici di Viterbo.


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