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Viterbo - Il Pd interviene su arsenico e acqua pubblica
Interventi urgenti e risolutivi, a tutela della salute dei cittadini
Viterbo - 7 aprile 2011 - ore 16,30


Riceviamo e pubblichiamo - La deroga concessa per i livelli di arsenico nell’acqua non può rappresentare lo strumento per eludere la normativa di settore o per procrastinare interventi indispensabili per garantire la sicurezza dell’acqua e comunque non risolve le criticità emerse in molti Comuni della Tuscia.

Servono interventi urgenti e risolutivi per gli evidenti effetti negativi sulla salute umana. E’ ciò che si afferma nell’ordine del giorno su acqua pubblica e arsenico approvato ieri sera dalla direzione provinciale del Pd.

Nonostante gli ampi poteri concessi al Commissario straordinario, non sono stati posti in essere a tutt’oggi - denuncia il Pd - atti significativi, da parte della Regione Lazio e della Provincia di Viterbo, che diano il segnale di una volontà effettiva di risolvere in via definitiva il problema arsenico.
E’ necessario effettuare un’analisi sistematica dei dati in possesso delle autorità di controllo sulla qualità delle acque per consumo umano e, come emerso nei dibattiti pubblici promossi dal Pd in collaborazione con ricercatori universitari ed esperti della materia, gli unici interventi adeguati alla risoluzione dei problemi evidenziati sono rappresentati dall’installazione di dearsenificatori presso gli impianti di approvvigionamento

Il Pd sarà impegnato, nei prossimi mesi, nella consultazione elettorale e referendaria a difesa dell’acqua pubblica quale bene comune e contro la privatizzazione forzata del servizio di gestione imposta dal governo con l’articolo 23 bis del Decreto Ronchi.

Sarà un’occasione per porre al centro del dibattito pubblico la proposta di legge presentata dal Pd al Senato, che individua un quadro complessivo di gestione del sistema idrico integrato, tra cui la natura di bene pubblica della risorsa acqua, la necessità di una forte regolazione e controllo pubblico, il ruolo fondamentale delle Regioni e degli enti locali nelle scelte di affidamento, la natura della tariffa come corrispettivo del servizio idrico integrato da modulare con una tariffa sociale e con un tariffa che incentivi il risparmio idrico.

Nel corso della direzione, il dibattito ha affrontato anche la questione del referendum per fermare il nucleare. Il Pd ha già espresso la sua contrarietà al ritorno all’atomo anche prima della tragedia di Fukuschima, perché crede in un futuro energetico che punti sulle fonti rinnovabili e sull’efficienza. Nella partecipata iniziativa organizzata l’8 febbraio a Montalto di Castro con il Pd Lazio e Toscana, il partito ha messo in campo la propria visione del futuro.

Il Pd ha promosso altresì, con i propri consiglieri al Comune di Viterbo e in Provincia, un ordine del giorno in cui sono specificati i motivi non ideologici della netta contrarietà.

Il Pd tutto, anche con la presenza dell’Associazione degli Ecologisti Democratici promotrice del comitato nazionale, dà pertanto ampio sostegno al comitato provinciale “Vota sì per fermare il nucleare” in vista della campagna referendaria, collaborando, insieme ad una pacifica mobilitazione di popolo, con iniziative e dibattiti nell’intero territorio provinciale.

Direzione provinciale Pd


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