Riceviamo e pubblichiamo - Individuate le aree del piano sulla distribuzione regionale degli immigrati.
Dopo il sopralluogo dei giorni scorsi, decise e eventualmente operative in 48/60 ore le aree site nel territorio viterbese destinate ai “Centri di prima accoglienza” (Cpa) da traformare successivamente in “Centri di identificazione e espulsione” (Cie). Facciamo un passo indietro.
Le origini della società derivano con un contratto stipulato in tempi antichi da persone che si unirono deliberatamente dandosi regole comuni, al fine di ottenere vantaggi dalla cooperazione sociale.
Teorizzato da Lock, si può quindi parlare di stato quando una comunità, caratterizzata dalla politicità, si identifica in una forma di governo in grado di soddisfare gli interessi della comunità stessa.
Oggi assistiamo all’imposizione di fini e interessi politici da parte delle istituzioni statali, nella cui coscienza è decaduto il principio base di uno stato liberaldemocratico qual è l’Italia: il popolo è la fonte ed il titolare di qualsiasi potere decisionale.
Tarquinia: area dell’Areonautica sulla Porto Clementino, centinaia di nordafricani. Bassano Romano: monastero di San Vincenzo, 150 uomini. Montefiscone: Villa Salotti, 250/300 immigrati (cifre stimate).
Le amministrazioni locali e la popolazione territoriale aspettano solo l’ufficialità delle decisioni prese nei palazzi romani. Ragionando a 360 gradi stiamo assistendo ad un evento straordinario di flussi migratori dovuti alle destabilizzazioni nel Magreb, flussi sociali che hanno portato sul territorio nazionale più di seimila immigrati tra richiedenti asilo e non.
Il governo italiano sta tentando di fronteggiare questa emergenza mettendo in campo buona parte delle risorse a disposizione ritenendo utile distribuire equamente l’elevato numero di immigrati tra le varie regioni italiane da nord a sud, in attesa del riconoscimento e espulsione o rilascio di un permesso di soggiorno provvisorio.
Le aree individuate, così come quelle del viterbese, saranno attrezzate, gestite e controllate con l’ausilio di forze dell’ordine inviate appositamente a fronteggiare l’emergenza.
Trecento agenti e carabinieri sono pronti a intervenire dai reparti mobili della capitale. Assisteremo a un via vai continuo di magrebini. Quello che sconvolge la popolazione è l’elevata percentuale di siti individuati nel viterbese, ben 3 su 21.
Le amministrazioni cittadine già sono mobilitate per fronteggiare le decisioni centrali anche dopo aver assistito al caso di Manduria. Il comune di Tarquinia nella giornata di venerdì ha convocato un consiglio comunale straordinario a riguardo, da cui è emersa un'unica linea decisionale locale: no all’arrivo degli immigrati.
La situazione che si sta venendo a creare porterà, qualora la decisione sarà resa definitiva, ad una situazione complessa per l’ordine pubblico in quanto la popolazione è pronta ad alzare barricate di protesta. Si preannuncia il blocco dell’Aurelia, crocevia tirrenico, nel comune di Tarquinia.
Inoltre la stagione turistica del litorale viterbese è alle porte e le suddette vicende porteranno senz’altro ad un notevole calo del flusso turistico con conseguente perdita economica a privilegio del flusso migratorio con conseguente aumento di rischi sociali, di crimini, in uno scenario preannunciato difficile e critico per il fragile equilibrio sociale.
La percentuale del crimine è stabile qualsiasi evento accada, affermava uno tra i più noti sociologi dell’era moderna, il famoso Émile Durkheim, ma le coscienze collettive sono ormai sconvolte e allarmate.
Da qualche parte dovranno pur andare gli immigrati sbarcati a Lampedusa ma l’individuazione dei siti propensi all’accoglienza deve seguire criteri logici e deve avvenire dopo un accurato studio di tutte le possibili conseguenze.
E’ bello parlare di accoglienza nell’”alta politica” ma tra gli organi amministrativi locali e tra il popolo il concetto di accoglienza degli immigrati è un concetto utopico.
Il nostro territorio fonda la sua economia su un rapporto diretto legato all’ agricoltura e al turismo, una simile decisione può minare le basi economiche locali. E’ arrivata l’ora in cui il popolo ritorni sovrano dei poteri politici.
E’ arrivata l’ora in cui da semplice popolo si diventi cittadini: cioè titolari dei poteri sovrani e fonte di legittimazione di ogni potere statale. Riappropriamoci del nostro territorio, sviluppiamo quella coscienza social politica necessaria in uno stato democratico. Basta essere persone inette e zelanti. […]La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. (art. 1 Cost.).
Uno tra i più grandi presidenti degli Stati Uniti d’America affermava: fai politica se non vuoi che gli altri la facciano per te; costui era John Fitzgerald Kennedy.
Davide Rossi
Tuscia Vola
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