Il consiglio straordinario di ieri sera |
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- Tarquinia è una città ospitale. Ma non può accogliere profughi. Il razzismo non c'entra. Ma nordafricani qui, proprio non possono venire. Nessun allarmismo, ma i tarquiniesi devono sapere il rischio che corrono.
Se il Governo intende aprire una tendopoli, è pronta la mobilitazione. E ogni forma di protesta. Messaggio forte e chiaro quello lanciato ieri sera dal consiglio comunale straordinario (aperto al pubblico, ma non agli interventi esterni), convocato insieme a quello dell'università agraria, dopo che per tutta la giornata si sono rincorse voci su una possibile apertura della tendopoli all'ex aeroporto militare.
Ci sono stati sopralluoghi, che non sono sfuggiti al sindaco Mauro Mazzola. “Noi non siamo razzisti – spiega aprendo la seduta – ma per un'accoglienza intelligente che non dia disturbo o danneggi l'economia”. La stagione estiva è alle porte. Ma c'è dell'altro.
“Non è questo il modo di accogliere persone – continua Mazzola – radunandole in gruppi come bestie in mezzo ai prati. E' un modo d'agire scandaloso”. Alla fine, mozione unitaria approvata all'unanimità.
“Un altro aspetto allucinante – sottolinea il primo cittadino – è che nessuno ci ha chiesto nulla. Ci siamo accorti per caso che erano in corso sopralluoghi. Si gioca a nascondino. Siamo stanchi. Su sessanta comuni della provincia, da noi sono venuti quattro volte a fare sopralluoghi”.
Maggioranza e opposizione concordano. Anche se non proprio su tutto, l'intesa c'è. Così si trova un altro argomento di scontro. Non i profughi, ma la centrale a carbone. Chi l'ha voluta, chi ha preso le compensazioni.
Vecchi rancori mai sopiti. L'atmosfera si surriscalda. Volano parolacce, insulti e qualcuno invita a regolare i conti fuori.
Mentre il presidente dell'università agraria Antonelli teme il progetto tendopoli. “Sono precarie – osserva – ma in Italia tutto ciò che è precario mette paura. Dobbiamo rimanere vigili. Ogni scelta che distrugge il territorio non si sa come mai, è dirottata qui da noi. Nella zona interessata, poi, manca l'acqua e le fognature. Non è un modello d'accoglienza sostenibile”.
Vero, anche se si capisce che prima dei problemi logistici per i profughi, ci sono i timori per la loro presenza, specie se massiccia. Silvano Olmi (Pdl) ricorda quando qualcosa di simile a inizio anni novanta, accadde per l'esodo degli albanesi. “Servono azioni forti – osserva – questo territorio ha già dato. Il sito individuato non va bene. Tra l'altro c'è anche un radiofaro con un'area di rispetto intorno. Non va bene”. E se l'ipotesi dovesse concretizzarsi: “Il Comune – sostiene Olmi – non deve allacciare i servizi”.
L'argomento è delicato e a qualcuno la paura del profugo fa fare novanta. “Se vado a casa di qualcuno e non sono invitato – osserva Sandro Mazzola (Pdl) – il padrone mi piglia a bastonate”. Strane case che frequenta l'esponente di minoranza.
“Dobbiamo difendere il territorio – continua Sandro Mazzola - voi dite che significa essere razzista? Va bene”. Non ha peli sulla lingua, ma forse qualcuno di pelo ci sarebbe stato bene.
Si è ventilata la possibilità di utilizzare strutture del clero, come conventi. “Certo – continua Sandro Mazzola – ma poi chi paga? Prima del beduino c'è il tarquiniese. Aiutiamo quelli di casa nostra”.
Un intervento fortemente stigmatizzato tanto dal sindaco Mazzola (che ci tiene a non essere confuso col suo omonimo) e dal presidente del consiglio Alessandro Dinelli.
“Non sono razzista – spiega Dinelli – e non serve esserlo per difendere il proprio territorio. Certi toni non rendono merito al dibattito”. Alla fine la mozione passa. Si parla di solidarietà, ma non c'è modo di poter ospitare nordafricani.
Si condanna l'assenza di confronto con il Governo, si denuncia l'inadeguatezza del sito che si vorrebbe (forse) utilizzare e soprattutto, si chiude con una parola d'ordine: resistere. In ogni forma e modo per impedire il progetto.
Il consiglio si chiude a tarda nottata.
La mozione approvata all'unanimità dal consiglio comunale e dall'Università agraria
In data 31 marzo, il sindaco di Tarquinia, Mauro Mazzola, dopo aver verificato presunti sopralluoghi nel territorio comunale da parte di funzionari dello Stato, ha inoltrato formale protesta per esprimere fermo dissenso sull’ipotesi che la Città di Tarquinia ospiti una tendopoli con centinaia di immigrati provenienti dal Nord Africa.
In data 1 aprile, nonostante le smentite e dando seguito alle indiscrezioni assunte, si svolgeva ufficiale sopralluogo, presso l’aeroporto militare Amerigo Sostegni in territorio di Tarquinia.
Il sopralluogo in questione veniva effettuato senza alcuna comunicazione nei confronti delle amministrazioni locali. Solo grazie alle pronte segnalazioni di privati cittadini allarmati, i rappresentanti del Comune di Tarquinia riuscivano a recarsi in loco chiedendo chiarimenti in merito.
I funzionari ascoltati ammettevano che il sopralluogo era svolto per verificare se l’area prescelta fosse idonea alla realizzazione del campo di accoglienza, prefigurando al sindaco il loro parere positivo, nonostante la presenza in loco di un “radio-faro”, strumentazione elettronica utilizzata per orientare gli aerei civili, diretti all’aereoporto di Roma-Fiumicino.
Considerato che i tempi di realizzazione dei campi di accoglienza sul modello Manduria, appaiono oltremodo celeri, si giustifica la preoccupazione che il sito visionato possa a breve essere utilizzato per tale scopo.
Si esprime in nome della Comunità dei cittadini di Tarquinia il rifiuto e la condanna di qualunque forma di razzismo e la volontà di vedere rispettate le istanze del territorio coniugate con la dignità di uomini, donne e bambini, che loro malgrado hanno dovuto abbandonare la propria patria per cercare rifugio in Italia.
Si ribadisce la ferma opposizione alla politica dell’imposizione.
Si rigetta la possibilità che, una crisi importante e internazionale, sia oggi risolta sulla pelle delle comunità più deboli che, prive di ogni forma di controllo e programmazione, sono costrette a gestire emergenze di livello europeo e mondiale con mezzi inadeguati e rischi inaccettabili, che si aggiungono alle problematiche esistenti sul territorio, legate ad alti livelli di disoccupazione, alla presenza di servitù energetiche e militari da oltre sessanta anni ed alla necessità di garantire adeguata tutela al patrimonio storico, culturale e naturalistico, con particolare riferimento al sito Unesco.
Esprimendo piena solidarietà ai rifugiati politici, provenienti da scenari di guerra e disagio civile, si ribadisce l’impossibilità di farsi carico di un’emergenza umanitaria, di proporzioni così ingenti, auspicando un modello in cui i valori costituzionalmente garantiti ed i principi di solidarietà siano preminenti e contrastando la realizzazione di campi di accoglienza assimilabili ai lager previsti in luoghi privi dei più elementari servizi primari.
Si condanna il modo di far fronte ad un’emergenza umanitaria prevedibile e attesa, con la ricerca illogica ed affrettata di siti idonei senza il minimo confronto con le comunità locali. Si conferma la volontà della Città di Tarquinia di resistere con ogni forma e modo legalmente consentito per impedire un simile ingiusto progetto.
Si dà ampia delega al sindaco del Comune e al presidente dell’Università Agraria affinché venga avviata ogni utile iniziativa per acquisire tutte le necessarie informazioni atte a impedire l’imposizione di tale scelta.
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